Devo ammettere che la mezza di Rovigo è stata una bella iniezione di fiducia!!
Anzi, l'entusiasmo si è addirittura trasformato in imprudenza, dal momento che il lunedì successivo sono uscito per un giretto bike di scarico e sono rientrato con 40 km di cui 20 piuttosto tirati!
Poi martedì ci ho infilato subito un'altra bella corsa più robusta del dovuto, e mercoledì in vasca ho tirato sempre io al massimo delle mie possibilità e giovedì mi sono fatto un allenamento CONI coi controfichhi in cui mi sono addirittura e per la prima volta dovuto fermare anzitempo causa crampi e infine venerdì un altro bell'allenamnto di nuoto.
Così sabato, quando avrei dovuto seguire l'aguzzino sui colli per un bel giro in MTB, ho dovuto capitolare e sono rimasto beatamente a letto a recuperare le forze.
E così è stato anche domenica e poi anche lunedì.
Mi sono consumato come una candela praticamente!!!!!
41 anni per niente!!!!
Imparata la lezione: dopo una mezza si deve fare appena poca bike e blanda, di recupero, e il giorno dopo ancora riposo!!! Altrimenti il fisico presenta il conto. Almeno per me e almeno adesso....
Recuperate le forze ho proseguito con begli allenamenti.
In nuoto di fatto mi sto mantenendo, in bici mi sono esercitato su un bel 100 km, mentre a corsa sto facendo progressi.
Forza Tajo! #ROADTOPOLA!!!!!
mercoledì 27 aprile 2016
ROVIGO HALF MARATHON
Allora che dire... Da quando la Rhodigium mi ha nominato " responsabile gare" (BHUAHAHAHAHAHAUUUAAAhAha!!! Tutti, io compreso, stiamo ancora ridendo a questa nomina di cartone!) o aggiorno di là (sito della società) o aggiorno di qua.
Ma non perchè mi manchi il tempo, figuriamoci!
Noo, solo per tirarmela un po' e far salire le mie quotazioni di scrittore (pfui!!!)
Fatto sta che di qua, sul blog, avro deluso almeno due, due persone e mezzo..., compreso il programma spia di indicizzazione di google, che entra solo per dovere contrattuale...
Allora pongo parziale rimedio.
Alla fine l'evento era troppo sentito per non cedere al richiamo ed in extremis, mentre il botteghino virtuale si stava chiudendo, ho lanciato la mia iscrizione alla Rovigo Half Marathon.
Mi sono detto che se la storia dello sport passava per Rovigo, non potevo non farne parte...
Ahahahh!
Fatto sta che l'evento è stato bellissimo!!!
Già il giorno prima piazza Garibaldi piena di persone spensierate allegramente in fila fuori e dentro il Salone del Grano delle Camera di Commercio facevano un bel coplo d'occhio, mentre gli operai stendevano moquette, tiravano su gonfiabili e allestivano transenne.
Il giorno designato per la gara si è presentato nel migliore dei modi, con un bellissimo sole a illuminare il palcoscenico di una Piazza Vittorio ben preparata e gremita di persone.
Atleti nelle canotte colorate che zampettavano su e giù per il Corso del Popolo per scaldare un po' i muscoli e famiglie e supporters che cercavano il loro posto nei pressi della partenza vicino al Venezze.
Bam!
Sono partito non certo teso, ma concentrato e con un po' di apprensione su come gestire una gara un po' alla cieca e con una consistente apprensione sulla mia tenuta.
Nei giorni precedenti il dibattito coi miei colleghi è stato acceso: chi mi suggeriva di mettermi tranquillo a passo blando e godermi la mia gara senza pretese, chi invece mi invitava a mettermi al mio passo e cercare di tenerlo pur in una lenta progressione.
Ho dato credito alla seconda proposta per due semplici ragioni: meno sto sulle ginocchia e sui piedi meno li stresso e correre piano non è per questo una garanzia di chiudere senza dolori. Infatti i 17 del giorno prima corsi piano mi avevano parecchio affaticato i quadricipiti.
Poi se non si prova a fare qualcosa di decoroso in gara, quando?
Perciò ho innanzitutto tirato fuori gli artigli all'inizio, dove ho cercato di oltrepassare la massa che potenzialmente avrebbe potuto ostacolarmi nei primi chilometri.
Poi ho cercato di individuare un passo a cui pur nella fatica mi sentirssi a mio agio come frequenza cardiaca e respiro.
164 il numero magico.
164 battiti al minuto e la forte motivazione data da un ingegnere e cliente che pur ben più alto e pesante di me, correva alla mia andatura o poco più.
Ma il motivatore più grande (e inconsapevole) è stato un ragazzotto un po' inciozzito, dal collo corto, che correva con le spalle contratte, la schiena rigida e buttando malissimo i piedi, in particolare il destro, che lanciava decisamente all'esterno.
Lo guardavo, concentrato sotto la sua bandana che pareva un calzino nero infilato in testa, e mi ripetevo che se lui andava a 4:47, potevo correrci anch'io! Dovevo correrci anch'io.
E allora sotto a controllare la postura delle spalle, la frequenza del passo, l'appoggio del piede, bilaniamento delle braccia... tutto quanto potessi pensare mi facesse correre meglio e spendendo meno energie.
Al termine dei primi dieci chilometri, temevo di avere un po' di esitazione soprattutto di natura psicologica, essendo la mia normale distanza di allenamento, invece non ho avuto problemi fino al tredicesimo o quattordicesimo chilometro, quando un po' di affaticamento si è fatto sentire, il caldo è aumentato ed ho iniziato a farmi delle domande.
Per fortuna mi ha raggiunto un ragazzo di certo più esperto di me, con cui ho scambiato due battute e che mi ha incitato e rassicurato. Ho tenuto duro fino al reingresso in città, in quartiere San Bortolo.
IL fatto che il mio respiro ed i miei battiti continuassero a restare regolari, mentre udivo il respiro di molti altri runner subire delle improvvise impennate di frequenza chi prima chi dopo, mi ha ulteriormente dato fiducia e nell'ulimo chilometro mi sono permessso di accellerare un po' il passo.
Ho superato il goffo runner col calzino in testa e mi sono portato a ridosso della mia probabile soglia anaerobica.
E' esaltante chiudere una gara in progressione, superando qualche avversario nelle ultime centinaia di metri!
Quando sono transitato sotto il traguardo, e dopo qualche decina di secondi, emozionato, mi sono ricordato di fermare il cronometro, mi sono sorpreso di fronte a un tempo che mai avrei pensato: 1 e 40!
Davvero non male per essere pa mia prima mezza! E non ero neppure disintegrato, ma soprattutto i piedi non mi dolevano.
Bello!
Medaglia al collo, pacche sulle spalle, battute con gli amici e macedonia rinfrescante!
Mi sono goduto l'atmosfera fino in fondo!
Il mio unico rammarico è stato quello di non aver visto l'amico Litta, principale artefice della mia presenza alla gara, grazie ai suoi puntualissimi messaggi mattutini sulla tazza del cesso.
Da quando mi ha gufato con le five fingers, non ha mai smesso di informarsi sulla mia salute e mi ha spronato a partecipare con tutta la sua variegata dialettica.
Salvo poi risentirsi per il mio risultato.
Mi ha detto che sono un mistificatore e non crede nella mia buona fede di convalescente ancora insicuro delle proprie potenzialità.
Dovrò investire parecchie birre per rimediare!
Ma non perchè mi manchi il tempo, figuriamoci!
Noo, solo per tirarmela un po' e far salire le mie quotazioni di scrittore (pfui!!!)
Fatto sta che di qua, sul blog, avro deluso almeno due, due persone e mezzo..., compreso il programma spia di indicizzazione di google, che entra solo per dovere contrattuale...
Allora pongo parziale rimedio.
Alla fine l'evento era troppo sentito per non cedere al richiamo ed in extremis, mentre il botteghino virtuale si stava chiudendo, ho lanciato la mia iscrizione alla Rovigo Half Marathon.
Mi sono detto che se la storia dello sport passava per Rovigo, non potevo non farne parte...
Ahahahh!
Fatto sta che l'evento è stato bellissimo!!!
Già il giorno prima piazza Garibaldi piena di persone spensierate allegramente in fila fuori e dentro il Salone del Grano delle Camera di Commercio facevano un bel coplo d'occhio, mentre gli operai stendevano moquette, tiravano su gonfiabili e allestivano transenne.
Il giorno designato per la gara si è presentato nel migliore dei modi, con un bellissimo sole a illuminare il palcoscenico di una Piazza Vittorio ben preparata e gremita di persone.
Atleti nelle canotte colorate che zampettavano su e giù per il Corso del Popolo per scaldare un po' i muscoli e famiglie e supporters che cercavano il loro posto nei pressi della partenza vicino al Venezze.
Bam!
Sono partito non certo teso, ma concentrato e con un po' di apprensione su come gestire una gara un po' alla cieca e con una consistente apprensione sulla mia tenuta.
Nei giorni precedenti il dibattito coi miei colleghi è stato acceso: chi mi suggeriva di mettermi tranquillo a passo blando e godermi la mia gara senza pretese, chi invece mi invitava a mettermi al mio passo e cercare di tenerlo pur in una lenta progressione.
Ho dato credito alla seconda proposta per due semplici ragioni: meno sto sulle ginocchia e sui piedi meno li stresso e correre piano non è per questo una garanzia di chiudere senza dolori. Infatti i 17 del giorno prima corsi piano mi avevano parecchio affaticato i quadricipiti.
Poi se non si prova a fare qualcosa di decoroso in gara, quando?
Perciò ho innanzitutto tirato fuori gli artigli all'inizio, dove ho cercato di oltrepassare la massa che potenzialmente avrebbe potuto ostacolarmi nei primi chilometri.
Poi ho cercato di individuare un passo a cui pur nella fatica mi sentirssi a mio agio come frequenza cardiaca e respiro.
164 il numero magico.
164 battiti al minuto e la forte motivazione data da un ingegnere e cliente che pur ben più alto e pesante di me, correva alla mia andatura o poco più.
Ma il motivatore più grande (e inconsapevole) è stato un ragazzotto un po' inciozzito, dal collo corto, che correva con le spalle contratte, la schiena rigida e buttando malissimo i piedi, in particolare il destro, che lanciava decisamente all'esterno.
Lo guardavo, concentrato sotto la sua bandana che pareva un calzino nero infilato in testa, e mi ripetevo che se lui andava a 4:47, potevo correrci anch'io! Dovevo correrci anch'io.
E allora sotto a controllare la postura delle spalle, la frequenza del passo, l'appoggio del piede, bilaniamento delle braccia... tutto quanto potessi pensare mi facesse correre meglio e spendendo meno energie.
Al termine dei primi dieci chilometri, temevo di avere un po' di esitazione soprattutto di natura psicologica, essendo la mia normale distanza di allenamento, invece non ho avuto problemi fino al tredicesimo o quattordicesimo chilometro, quando un po' di affaticamento si è fatto sentire, il caldo è aumentato ed ho iniziato a farmi delle domande.
Per fortuna mi ha raggiunto un ragazzo di certo più esperto di me, con cui ho scambiato due battute e che mi ha incitato e rassicurato. Ho tenuto duro fino al reingresso in città, in quartiere San Bortolo.
IL fatto che il mio respiro ed i miei battiti continuassero a restare regolari, mentre udivo il respiro di molti altri runner subire delle improvvise impennate di frequenza chi prima chi dopo, mi ha ulteriormente dato fiducia e nell'ulimo chilometro mi sono permessso di accellerare un po' il passo.
Ho superato il goffo runner col calzino in testa e mi sono portato a ridosso della mia probabile soglia anaerobica.
E' esaltante chiudere una gara in progressione, superando qualche avversario nelle ultime centinaia di metri!
Quando sono transitato sotto il traguardo, e dopo qualche decina di secondi, emozionato, mi sono ricordato di fermare il cronometro, mi sono sorpreso di fronte a un tempo che mai avrei pensato: 1 e 40!
Davvero non male per essere pa mia prima mezza! E non ero neppure disintegrato, ma soprattutto i piedi non mi dolevano.
Bello!
Medaglia al collo, pacche sulle spalle, battute con gli amici e macedonia rinfrescante!
Mi sono goduto l'atmosfera fino in fondo!
Il mio unico rammarico è stato quello di non aver visto l'amico Litta, principale artefice della mia presenza alla gara, grazie ai suoi puntualissimi messaggi mattutini sulla tazza del cesso.
Da quando mi ha gufato con le five fingers, non ha mai smesso di informarsi sulla mia salute e mi ha spronato a partecipare con tutta la sua variegata dialettica.
Salvo poi risentirsi per il mio risultato.
Mi ha detto che sono un mistificatore e non crede nella mia buona fede di convalescente ancora insicuro delle proprie potenzialità.
Dovrò investire parecchie birre per rimediare!
martedì 5 aprile 2016
Aggiornamento inizio aprile
Che devo dire... Dopo la visita medica ho fatto allenamenti serrati per diverse settimane, fino a che, prima di Pasqua, ho iniziato a sentirmi davvero stanco.
Soprattutto in piscina.
Senza forza?
- Che sia sovrallenamento? - mi sono domandato... Così ho resistito fino al triathlon dei ovi, e poi ho tirato un po' il freno a mano....
Il fastidio mattutino ai piedi, che inizialmente era anche sparito, poi è parzialmente tornato, complice qualche allenamento esasperato al coni e l'utilizzo di scarpe non sportive al lavoro... Ma non si trasforma in dolore, dunque continuo a fregarmene.
Il cruccio di questi giorni è il desiderio di fare la 21k di Rovigo, pur sapendo che non li ho nelle gambe e che non mi serve come allenamento...
Oggi mi sono iscritto fidal e ho provato un 17 km... Ma non ho ancora sciolto le riserve.
Oggi, giornata soleggiata, è stato piacevolissimo correre sotto soglia....
Fino al 16esimo km... Poi le gambe hanno iniziato a irrigidirsi e a dolere ed ho preferito fermarmi.
Dopo la doccia, pareva che mi avessero tirato delle legnate sotto ai piedi, mentre ora sono le ginocchia che pare vogliano staccarsi e rotolare sul pavimento... Attendiamo domattina...
Soprattutto in piscina.
Senza forza?
- Che sia sovrallenamento? - mi sono domandato... Così ho resistito fino al triathlon dei ovi, e poi ho tirato un po' il freno a mano....
Il fastidio mattutino ai piedi, che inizialmente era anche sparito, poi è parzialmente tornato, complice qualche allenamento esasperato al coni e l'utilizzo di scarpe non sportive al lavoro... Ma non si trasforma in dolore, dunque continuo a fregarmene.
Il cruccio di questi giorni è il desiderio di fare la 21k di Rovigo, pur sapendo che non li ho nelle gambe e che non mi serve come allenamento...
Oggi mi sono iscritto fidal e ho provato un 17 km... Ma non ho ancora sciolto le riserve.
Oggi, giornata soleggiata, è stato piacevolissimo correre sotto soglia....
Fino al 16esimo km... Poi le gambe hanno iniziato a irrigidirsi e a dolere ed ho preferito fermarmi.
Dopo la doccia, pareva che mi avessero tirato delle legnate sotto ai piedi, mentre ora sono le ginocchia che pare vogliano staccarsi e rotolare sul pavimento... Attendiamo domattina...
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