E' successo di nuovo. Nonostante tutto.
Nonostante l'esperienza. Nonostante la consapevolezza.
All'inizio della settimana scorsa iniziava la cosiddetta settimana di scarico, una settimiana che nei microcicli di allenamento è dedicata al recupero delle forze fisiche e mentali spese negli allenamenti intensi delle settimane precedenti.
I buoni propositi c'erano... del resto ho fatto la mia prima gara il sabato precedente.... una settimana soft ci stava proprio bene! E poi lo sentivo! Lo sentivo che le mie ossicine, i miei muscoletti, chiedevano, pretendevano un po' di pausa....!
Voglio di'... un mese prima stavo ancora a chiedermi quando avrei ricominciato a correre, poi mi sono sparato tre settimane di allenamenti come se infortunio non ci fosse stato o quasi... era lecito darsi una calmata...!
Che poi, una calmata, nell'esagitato mondo del triathlon, lo scarico corrisponde a fare quattro sessioni di allenamento a 140 battiti.... non proprio una vita sedentaria...
Invece no!
Si parte per una corsetta in solitaria, ci si scalda un paio di chilometri, poi ci si ricorda di quel bell'allenamento dell'anno scorso in cui si alternava un chilometro in soglia a un chilometro blando,... "ma si proviamo, ma sì le gambe girano..., senti che figata.... ma chi m'ammazza a me...." e finisce che ti fai 11 chilometri quasi a cioda di cui 3 almeno non preventivati...!!!
"Eh ma domani a nuoto mi metto dietro e spingo na paperella di gomma col naso!"
Sì, sì!!
Finisce che si fa sessioni da 400 mt a cioda e che resti là davanti che ormai lo senti un po' il tuo posto, che poi dietro ti annoi, che in quinta corsia vanno troppo forte e nella tua corsia nessuno gli va davvero di starti davanti e se ti metti dietro non ti sale il cuore e insomma ... altro allenamento bello pesante!!!
"Ma sì, giovedì per fortuna devo lavorare come un cretino e niente sport...."
Poi però il venerdì arriva, in vasca si è pochi, e alè che anche se il tuo buon amico ti dice di star buono, te ti godi a vedere ste due braccia che girano e che ti conquisti il tuo posto in corsia cinque e ti illudi alle parole che sì mollare un po' non significa star fermo e che tanto domenica e lunedì sarai fermo per forza...
E via che ne vien fuori un altro bell'allenamento.
Coì il sabato mattina, in barba ai tuoi migliori progetti ed ai tuoi più fervidi entusiasmi, che vorresti fare un giro in bici di mille mila chilometri, ma la stanchezza, quella vera, è arrivata, e ti ha eroso da dentro, e se moralmente ti senti obbligato a infilarti negli attillati indumenti da minchiaciclista, dall'altra parte guardi nostalgico le coperte da cui ti sei sfilato poco prima, e quel pallido sole là fuori non sembra poi così invitante....
"Ma siamo triatleti, che cazzo! Anzi, sai che c'è?!? Vedo pure se c'è qualcuno che esce con me, anche se srebbe meglio fossi da solo, che se mi rompo rientro senza tante storie!!!
Tanto non viene nessuno alle 8."
Infatti! Ecco Bazzan! "Mi vesto e scendo!", scive in chat.
Ma proprio Bazzan!!
Arrivati ad Este ero già finito!
Gamba vuota!
Ho capito cosa vuol dire gamba vuota: te la senti vuota, cava, fisicamente proprio!
Ti pare che se la sezioni ci trovi un buco come nell'uovo di Pasqua!
Infatti non va!
Fin che meni a 100 pedalate in piano ancora ancora.
Quando ci devi dare di potenza o rilanciare,.... non trovi niente!
E il piacere si trasforma in sofferenza.
E invece Bazzan aumenta, e il tuo orgoglio s'ingrifa, s'incazza, si dimena, e spingi fin che ne hai, ma non ne hai! E il tuo amico si allontana, ogni tornante più lontanto, fin che capisci che non ce n'è proprio, inutile, na merda! E lasci perdere. E ti demoralizzi.
Così accetti di fare quel che puoi, con la coda tra le gambe.
Che nel mio caso poi è significato col casco in mano, perchè quando soffri, dentro e fuori, ti da' fastidio tutto, anche il berretto figo da ciclista che hai appena comprato!
E quando il tuo amico s'infila su per il Roccolo, e tu bestemmi a mitraglia, fottendotene amaramente di tutto il retaggio cattolico di sto mondo, e vedi che è stronzo il tuo amico, perchè si è allontanato abbastanza da non udirti e da non essere facilmente raggiunto, ma non abbastanza da non essere visto e dunque seguito!
E lo sai che ti tiene per i coglioni, perchè l'orgoglio che hai tu è lo stesso suo, lo conosce bene, lo sa il bastardo che non mollerari a costo di farti scoppiare il cuore, a costo di farti l'ultima rampa di quella maledetta salita a piedi, ma non mollerai, lo sa!
E così spingo su sti perdali, che non ho più pignoni da mettere e ste gambe son dure cazzo! Son vuote cazzo!!
Non voglio neppure pensare che poi ci sono 25 chilometri a tornare a casa!!
Invece ci sono!
E Baz è la in cima che si mangia la sua barretta e quando arrivo sghignazza e quando vede il casco appeso al manubrio esplode in una sonora risata e aspetta tranquillo le insolenze che sapeva gli sarebbero arrivate. E se le gusta.
No pain no gain di sto cazzo!
Mesto mi avvio sulla strada del rientro, scendo il Roccoletto e chi ti trovo in fondo?
Michelino.
Degno compare di Baz.
Che pareva non aspettasse altro, appena ci vede ci si accoda e via su per Oci.
E te pareva...!
Era brutto scendere la Cingolina e volare a casa?
No, ancora salita, e su, biascicando bestemmie come foglie di coca, mentre i due davanti se la raccontano come fossero tra i banchi del mercato...
vi risparmio l'agonia del rientro, dove per due volte ho fatto segno di cedere, che tanto i 40 non li tenevo manco col motore, ma la generosità dei compagni mi ha tenuto all'amo fino a Rovigo.
"Si torna insieme, che tanto qua nessuno vince il Giro!!"
Ho capito... ma santodio... no ghe a fasso più!!!
Anche questo è triathlon.
Rispettarsi e capire quando è ora di stare a letto....