sabato 14 marzo 2015
COMBINATA 14 MARZO
Oggi bici più corsa. M'interessava capire come si sarebbe comportato il mio fisico di fronte ad un doppio allenamento. Così ho approfittato della disponibilità di Mirco, triatleta da ormai tre anni, che mi ha prospettato una uscita di gruppo sui colli di una settantina di chilometri, e poi una corsa.
Bici Rovigo Calaone
Bici Calaone Rovigo
Corsa Rovigo Boara
La bicicletta non è stata proprio una passeggiata, dal momento che Silvano, un compagno che a nuoto non va molto forte, ma in bici fa i numeri, ci ha condotti a Este alla ragguardevole velocità di 33/34 km/h. Io, ultimo dei tre, riuscivo a seguire tenendo i 150 battiti. Ho affrontato Calaone con maggior spigliatezza rispetto alla prima volta, e in discesa pare che viaggiassi bene. Il rientro bene fino a Vescovana, poi un po' d'affanno. Silvano ci aveva lasciato prolungando il giro, e io e MIrko ci davamo il cambio in testa, dopo aver affrontato una ltro paio di salite fino ad Arquà Petrarca.
Abbiamo incontrato un cinquantenne, col culo totalmente assente, che andava ad una gran andatura e ci ha tirato per un paio di chilometri, poi è passato dai 32 ai 35 e io non ce l'ho più fatta, alla prima salitina sono rimasto indietro!
Poi dopo qualche carboidrato ingerito al volo e una bevuta di borraccia (mamma mia quanto si suda!!), mi sono velocemente cambiato nel garage di Mirko e l'ho seguito per la corsa.
Peccato che non mi fossi informato prima sulla distanza che intendeva coprire! Lui si sta preparando per il mezzo Ironman, e faceva una 12.
Io mi sono pentito di aver aderito, ma ormai ero in ballo e mi son detto proviamo, al massimo lo aspetto su una panchina! Alla fine ce l' ho fatta, ma l' ultimo km non ne avevo più e i battiti mi sono saliti troppo, così ho mollato il ritmo e ho rallentato.
Il passaggio da ciclo a corsa è veramente particolare per le articolazioni: come letto su una rivista, la transizione da movimento centripeto a centrifugo fa si che le gambe sembrino imballate e non ne vogliano sapere di distendersi, me cerchino di tornare verso il basso, verso il proprio corpo, prima del necessario. Ci vuole un chilometrino buono prima che la sensazione svanisca.
Ora sono soddisfatto, ma spero di non aver fatto danni alle ginocchia.
A metà stava per insorgermi un bel crampo al polpaccio e mi sono salvato solo grazie a un po' di stretching apposito.
Son rientrato a casa facendo il verso ad un recente libro molto bello: - Però, questo Tajo! -
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.