Eh che dire... tutta esperienza!!!!
Era un po' che tiravo, anche troppo... A corsa soprattutto; l'ho già detto...
Era così bello vedere quei numerini sull'orologio scendere verso i 4 al chilometro, invece che oscillare tra i 4:40 e i 4:50 come al solito...
Però il terreno non lo avevo mica preparato bene, è evidente.
Ma dai, non ci voleva poi uno scienziato... se anche ho imparato a far girare le gambe ed ho comunque allenato il cuore tutto l'inverno con massicce dosi di piscina, non è che i miei poveri muscoletti potessero essersi allenati da soli, rafforzati e ipertrofizzati quanto basta per sopportare il ritrovato antusiasmo corsaiolo...
E forse potevo pure ascoltarlo quel campanello d'allarme dato dai crampi ai polpacci della settimana successiva alla Half Marathon.
Invece no, tutto bene, spingi che c'è Rimini e gli sprint bisogna andar veloci, che alla resistenza ci pensiamo poi...
Dai dai, facciamoci una bella corsetta, facciamoci un bel 4 x 1000 prima della gara, per prendere un po coraggio...
E riscaldamento, e via coi mille, eccomi a 800 mt qui sulla ciclabile, ecccomi crogiolarmi sui miei nuovi traguardi di 4:20 al km, ecco un bel crampo al polpaccio!!!
E fermati e sciogli e tira e cammina e corricchia non è che se ne va molto.
Passerà passerà non fare la checca corri che passa.
Non è passato un cazzo!
La notte un dolore....! E il giorno dopo tutto bloccato, col passo di Gmbadilegno.
Il Segantino mi fa un regalo e mi cede il suo appuntamento dal fisioterapista che mi scioglie quel nodo sul popaccio, ma mi resta un bel bruciore.
Che faccio?
Vado o non vado a Rimini.
Ci tengo tanto... dai Proviamo. E ho provato!
Il contesto del Challege è bellissimo, anche se hai il sonno di un brutto risveglio delle 5 addosso.
Io e lo Zampi unici pellegrini ci siamo svegliati all'alba invece di prendere la nostra bella stanza nella cittadina Romagnola.
Ero così imbottito di oki, che il mio intestino pareva una pentola a pressione...
Appena arrivato non ho fatto altro che cercare cessi. Parevo un drogato in crisi di astinenza, solo che invece di eroina cercavo wc... non è stata una partenza proprio spettacolare...
Era emglio il dolore alla gamba!
Fatto sta che con un pizzico di apprensione ho sistemato la mia zona cambio, mi sono infilato la muta e mi sono fatto quattro bracciate nel mare più famoso d'Italia.
l'acqua era così fredda che bruciava sulle guance.
Ma non appena mi sono incolonnato sulla linea di partenza l'elettricità dell'atmosfera mi a spogliato di ogni sensibilità. Non c'è nulla da vincere, ma siamo tutti ammassati ed emozionati come se fossimo alla gara della vita.
Breve briefing e giù in acqua a menar le braccia!
La tonnara è veramente il momento più caratteristico, emozionante faticoso della gara.
Ogni volta nei primi 200 metri di gara non posso che chiedermi ma chi me l'ha fatto fare.
Stavolta mi chiedevo ma che cazzo ho fatto ad iscrivermi al Mezzo di Pola!!!!
Come sempre, verso la prima boa qualcuno molla, anche se in questa circostanza, grazie al ranck conquistato lo scorso anno, gareggio con quelli buoni e i miei avversari sono più competitivi dell'anno scorso... Ricevo anche un bel pugnazzo alla prima virata e do indietro un paio di manate, giusto per gentilezza, ma alla fine mi stacco dal gruppo, che decide di fare una bella pancia tra le due boe centrali... Misteri della fede....
Recupero posizioni ed esco bene.
Gli automatismi sono più affinati e nonostante qualche problema di troppo a sfilare la muta, agguanto la bici e corro sulla moquette con passo leggero dirigendo la bici per la sella.
Franzoso sarebbe fiero, penso, anche se mi manderebbe a cagare lo stesso.
Che bello, il polpaccio non duole e mi sento bene.
Non ho problemi a salire in bici con le scarpe già agganciate ai pedali, ma mi si sfilano entrambe le linguette e revo ravanare un po' per sistemarmi.
Mi unisco a un gruppo di ciclisti molto veloci, ma non riesco a tenere il ritmo nonostante gli sforzi, così rsto maledettaemnte solo.
Il cambio della nuova bici è precisissimo e affronto bene le ripartenze.
Finalmente raggiungo un ragazzo di Faenza che non pare avere un passo molto diverso dal mio e gli dico di attaccarsi che ci si tira.
Il goco funziona.
Incredibilmente ne ho un po' di più io... ma restiamo insieme, almeno ci si aiuta.
Un gruppetto della seconda patteria si attacca, ma quando chiedo il cambio, il tipo in testa mi urla che non ne ha.
Sgrano gli occhi, mi chiedo se davvero ho udito quella cosa là... E vengo!
Quella frase è valsa tutta la gara: a me, mediocre ciclista, qualcuno dice che non ce la fa a darmi il cambio!!!!
Oki tutta la vita, penso..
Chiudo bene la frazione bici e inizio la temuta corsa...
Sono un po' legato, il polpaccio si sente che è un po' incazzato, ma sembra regga...
Sembra.
Invece no.
Appena tiro su la cresta, e guardando il faentino con cui mi sono dato una mano in bici che corre molto peggio di me lì a due metri, dopo un giro decido di passarlo.
BEEEEP!!!
Errore!
In pochi metri il crampo torna su e ZAK! Ecco il morso che annuncia la fine della gara.
Impreco, gesticolo quasi a scacciare l'idea sempre più concreta di un ritiro, ma nulla pposso... rallento, cammino, zoppico, mi fermo...
Mancano ancora due giri... impossibile... E troppo rischioso...
Prendere la decisione di uscire dal percorso, di ritirarmi, è difficilissima.
Mi ribello in ogni maniera, ma non posso fare altro.
Il mio umore diventa di pece e raggiungo i miei amici che intanto stanno arrivando al traguardo...
Vedo i loro bei sorrisi, li invidio tanto, ma non è la mia giornata...
Barbara mi suggerisce di farmi fare un massaggio che una equipe offre lì vicino...
Appena mi mettono le mani addosso, salto sul lettino dal dolore... Arriva il verdetto: stiramento..
Mi riempiono di nastri colorati il polpaccio e mi lasciano con il suggerimento di farmi vedere..
Faremo..
Intanto godiamoci la felicità egli altri...
Ma il pensiero dei futuri 20 o 30 giorni di convalescenza mi tolgono molto buonumore...
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