domenica 29 novembre 2015

Seconda uscita MTB e il Piocan

LINK PERCORSO E DATI

Appuntamento alle 8:40 al Cristallo.
Arrivo nel posto convenuto alle 8:40:51 e non c'è neanche più la puzza di nessuno!
Perchè cosa fanno gli amici quando uno che ha detto di venire all'ora convenuta ancora non si vede?
Chiamano per sentire dove sei?
Mandano un sms per chiedere se è tutto a posto?
No cavolo! Partono! Che cazzo!!
Mica siam qua a sfamare tutti i ciclisti del circondario!
Vabbhè, corriamo a Monselice, al secondo rendez vous, come l'assemblea in seconda convocazione!
Mentre percorro la statale, un pirata in Classe A mi fulmina schivando un frontale con un camion.
E' il Pero, non posso sbagliare! Non foss'altro che per il ciuffo di capelli da pazzo che spuntano da dietro il poggiatesta.
Dopo qualche gustoso improperio, raggiungo il posto convenuto per il parcheggio delle auto.
La mattina è soleggiata, anche se l'aria è pungente..
Tiro giù la bici appena revisionata dalla macchina e il Pero mi si avvicina e fa:- Bella! Ma non te ghe le rode un fià sgonfie??
- Ma chi?!?!? Ma cosa?!?!? Ma chi cazzo?!?!? 'Ppena ritirà!!!-
Vabbè... se si sono sgonfiate così poco da ieri sera ad oggi, reggeranno il giro...
Secondo paio di spallucce e via!
Infilo le scape di ottima plastica cinese e partiamo.
Subito la sorte cerca di fare selezione: nella strada fuori dal parcheggio stanno tagliano alberi con la motosega e il fondo è pieno di schegge e rami.
Con la fretta che c'è in giro, chi fora è spacciato!
Poche centinaia di metri di bitume e siamo all'attacco della prima salita.
Il fondo è di cemeto irregolare, poi si trasforma in terra.
Le battute spiritose tra noi durano lo spazio di pochi minuti, giusto il tempo di sentire il cuore salire a 170 e fischia battiti.
Nell'aria solo cinguettii di uccellini, fremere di foglie e... mugugni  di sofferenza, sbuffate di fatica, se non bestemmioni a mezza bocca!
Gli atleti ansimano a 10000 rpm e alla fine della prima salita sono già in un lago di sudore!
E' preparazione vera questa!
Dopo 200 metri di salita... ossigeno rarefatto e sentiero smarrito... Bon! Cussì se fa! Ahahah!
Il panorama attorno è molto bello, ma non c'è tempo per contemplazioni! Ci avviamo lungo un sentiero che taglia il pendio del colle e si inoltra nella boscaglia.
Nulla di difficile, ma riesco già a cogliere la differenza abissale tra il rampichino del decathlon che cavalco stavolta e la sontuosa Scott biammortizzata che mi è toccata in sorte la volta precedente.
Sobbalzo come un vecchietto in preda all'alzaimer, mentre cerco in qualche maniera di tenere la ruota davanti dritta e attaccata al suolo sia in salita, dove ogni sasso pare un masso cui girare attorno e la ruota continua a venir su in impennata manco avessi due pistoni al posto delle gambe, sia in discesa, dove ad ogni asperità il manubrio mi rimbalza nelle mani e il carro posteriore mi balla sferragliando sotto il culo. Senza contare che è tre volte più agile e prende un po' sotto. Per fortuna le pinze pinzano e il deragliatore deraglia!
Mi ci vuole un po' ad assorbire lo shock iniziale... poi inizio a far l'abitudine.
Alla fine vedo che la bici fa quel che deve fare, il peso non si sente più di tanto e l'importante è pedalare!
Il sentiero si fa sempre più contorto fino a che è necessario prendersi la bici in spalla e superare dei gradini.
Proseguiamo un altro po' e ... primo disperso! Cispa non si trova!
Gridiamo il suo nome tra le frasche come Roky Balboa dalla scalinata del Museum Of Art di Philadelphia chiama la sua Adriana, ma nulla.
Allora il Tanke avanza una proposta caritatevole: - Fioji, 'ndemo 'vanti, tanto ormai non lo bechemo più! -
Per fortuna esistono i cellulari e scopriamo che possiamo beccarlo più avanti.
Si riparte. Il tempo di aspettare che Luca detto Pari si infili i guanti e son già spariti tutti!!
- Ma chi?!?!? Ma cosa?!?!? Ma chi cazzo?!?!? -
Scendiamo una veloce rampa e ci troviamo a un bivio... che la strrada era perduta!!!
Dio bono!
Pari, che evidentemente voleva fare gamba, propone subito di andare verso il basso.
Io storco il naso:- Se si va giù e poi non ci sono... Game over! -
La dea bendata ci manda in soccorso tre solerti colleghi ciclisti che più perchè ci togliessimo dalle balle che per pietà umana ci dicono che sì, hanno appena incrociato 8 cinghiali su due ruote.
Ci incanmminiamo verso il ripido sentiero che va a monte, ma non riusciamoa  stare in sella: la pendenza e soprattutto i grossi sassi smossi imediscono di procedere dignitosamente.
Lunga passeggiata nel nulla sperando di non essere stati presi per il culo.
Ad un certo punto riesco e rimontare in bici, pedalo con la moltiplica più morbida e tutto contento mi guardo dietro: momenti Pari mi sorpassa a piedi con la bici a mano!!!!
Inizio a pensare che la mountain bike sia più che altro un esercizio di stile che non uno sptrumento efficiente!!!
In lontananza una sagoma inequivocabile ci conferma che la direzione è corretta:  La figura di un uomo a doppio spessore con a mano un triciclo non può che essere il Litta.
Vicino a lui Matteo, o Boffino, nomignolo che a me non piace nulla e probabilmente neanche a lui.
Matteo ha una figura più segaligna, sfilata e sembra la radice quadrata del Litta.
Finalmente ci ricompattiamo.
All'ultima curva prima di raggiungere il gruppo, manco a dirlo, risalgo in biga in modo da fare il figo che ce l'ha fatta.
E manco a dirlo anche tutti gli altri dicono che sono fighi che ce l'anno fatta... Tanto il Cispa con la sua telecamera ancora non si vede e ciascuno può dire le stronzate che vuole!
Il percorso si fa più pedalabile e interessante.
Transitiamo anche per il famoso santuario del tendine, dove l'amico Alemilan vide il Signore o quantomendo la Madonna. Ci siamo tutti toccati i coglioni in segno di rispetto!
A proposito, dopo poco sentiamo una voce dall'otretomba di una sassara incredibile sotto di noi! E' il Cispa che si trascina la sua bici come Linus la sua coperta su per sto ghiaione che è arduo definire sentiero !
Ad un certo punto sbuchiamo in cima ad un colle su strada asfaltata e Enrico mi dice che me ne dovrei ricordare poichè ci siamo passati sabato scorso.
Assento con malcelata sicurezza, vagli te a spiegare che sabato scorso, con la pioggia, la mia prima mtb sotto il culo e intirizzito dal freddo, non mi ricordo un cazzo di dove siamo passati!!!
Dopo 200 metri ci ritroviamo nell'incrocio più impestato di ciclisti del triveneto!
Gente con mtb impensabili che sbucavano da ogni dove!
Neanche fossimo alla fiera del ciclo di Padova!
Poichè i cretini tendono a ritrovarsi come mosconi su una cacca, tutti i più scafati del gruppo riconoscono e salutano i più scafati degli altri gruppi. Così tra Roccia e tal Michelino e un certo ROmeo scattano prese di mano e saluti.
E come le mosche, che da sole fan solo un ronzio e insieme fanno un bel casino, la nostra cretineria messa insieme alla cretineria degli altri, giusto per restare in ambito matematico, non può che dare Cretineria alla seconda!
Infatti che si fa che si fa??! Andiamo via tutti insieme e facciamo la seconda variante!
Ora... chiunque, alla sua seconda esperienza im mtb, sente parlare della seconda variante, gli si dovrebbero rizzare i peli sulla schiena e chiuder lo stomaco.
Io... no, dietro agli altri a vita persa! Mona!!!
Mi sono trovato in un canalone di terra in salita tosta a seguire Michelino che mentre io arrancavo e ansimavo, passava da una sponda all'altra facendo i monoruota.
Poi giù per una discesa che ....- Sì, sì, si va di lì che poi giriamo di là! - fa Romeo!
Il di lì è stato chiaro, ed anche raggiungere l'AL di là non ci siamo andati distante!!!
Forse il fatto che ci abbiano superato due ragazzoni con un elmetto da battaglia e con due bici che avevano più ammortizzatori che raggi ci avrebbe dovuto far sospettare qualcosa...
Fatto sta che ad un certo punto quello che potevasi definire sentiero è svanito, ed è rimasto solo quello che era opportuno definire ... na frana!
Anche il pur intrepido Michelino si è rassegnato a caricarsi la Cannondale sulle spalle e a farsi a piedi quei trenta metri di dislivello in cui qualsiasi bici cerca di prendere il posto del pilota nella scala gerarchica...
Superato questo, non ci è rimasto che affrontare la discesa dei pini, o Piocan, come ho scoperto che l'esperto Romeo la chiama. O come l'ha ribattezzata il Pero.... Qui l'etimo sfugge!!!
Ecco dunque che ho disvelato un nuovo modo di annientarsi.
Infatti se il Tanke mi ha svelato il suicidio per consunzione, mentre Roccia quello per somma di infortuni, Romeo mi ha indicato un metodo molto più rapido: ti butti giù per il sentiero dei pini e ad ogni svolta rischi di copincollarti a un albero!
Mentre sentivo i freni urlare di dolore e la forcella esibirsi in lunghi fondocorsa, ho pensato che la RockRider mi esplodesse sotto il culo ed ero pronto a sopportare l'idea che dopo quella discesa sarebbe stata buona solo per giocarci a shangai!
Invece sono arrivato giù e , come ogni masochista che si rispetti, con sommo divertimento pure!!!
All'appello non si vedevano però Tanke e il fratello... dopo breve esplorazione, Enri lì ha ritrovati un po' acciaccati abbracciati a un pino.
Del resto se Romeo lo chiama Piocan, un motivo ci doveva pur essere insomma!!!
A questo punto, non ancora soddisfatti, ci siamo diretti verso le auto e ci siamo concessi un ultimo  gratificante e lunghissimo fuorisoglia sul Montericco.
Il sentiero in cima è divenuto talmente ripido... che alla fine siamo tornati indietro!
Abbiamo dunque imboccato un lungo sentiero che tagliando il lato ovest del colle concedeva ampi scorci di paesaggio  in direzione Monselice.
Putroppo si è fatto tardi, per cui anche stavolta... niente birra...
Del resto è da mesi che è scomparsa del nome del gruppo...
Pecà!!!




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