Colonna sonora:
Anche quest'anno sono qua a mulinare le braccia in acqua, a spingere sui pedali ed a girare le gambe nel vano tentativo di scappare alla vecchiaia.
Sono un.... come diceva quell'articolo... "Siete vecchiovani?" .. ah sì! Un adultescente...mi devo rassegnare.
Ma forse essere un adultescente è sempre meglio che invecchiare, ahahah! Almeno fin che non si diventa patetici... Speriamo di vedere il confine quando arriva.... ahahah!
In ogni caso la ripresa dopo Pola (non è che il mio unico lettore se la possa cavare senza sorbirsi il pippotto degli ultimi sette mesi!!!), è stata dura assai!
Rientrato in Italia, ho scoperto che un piede non funzionava più a dovere. Un tendine, per la precisione.
Il mio malleolo sinistro era di un bel rosso acceso e il gonfiore permetteva di esibire una piacevole lucentezza della pelle.
Questa simpatica cosa, che ho presto scoperto essere una borsite da sovraccarico unita alla formazione di un ganglio tendineo, mi ha fatto compagnia per un paio di mesetti, in cui ho contato le pecore e ho riportato il mio livello di corsa all'età della pietra.
Naturalmente anche la spalla non è che fosse al 100%, perciò in pratica ad ottobre ho staccato uno zero secco sul mio registro allenamenti di Strava.
Non l'ho puntato su alcuna ruota del Lotto, perchè ero intento a combattere un interminabile duello contro la frustrazione dell'immobilità.
Bello "la frustrazione dell'immobilità"! Me lo giocherò come titolo quando scriverò il mio primo libro sugli infortuni dei triatleti vecchiovani, ahahah!
Fatto sta che tra pomate, aulin e riposo, ho ripreso a novembre prima con la piscina, poi con la bici e solo in seguito con la corsa, e pian piano ho risalito la china.
Mi sono altresì appassionato al trail, di cui i miei nullafacenti compagni di squadra sono entusiasti, perciò ai miei minchiastrumenti si sono aggiunte uno splendido paio di scarpe da minchiatrail, selezionate manco a dirlo con intrminabili sessioni di lettura su internet e facendo alla fine l'esatto contrario di quello che mi consigliava l'Aguzzino, utratrailer vero, per banale spirito di contraddizione e personalissimo senso estetico.
Ma delle scarpe da trail magari, così come dei risvolti psicologici del riposo per infortunio di un triatleta senile, ne parlo un'altra volta, altimenti tiriamo sera!
Palerò invece della mia prima gara di quest'anno, conclusa con soddisfazione lo scorso sabato, in quel di Cavallino Treporti.
Sono tornato nel luogo della mia iniziazione triatletica e come una Fenice che risorge dalle ceneri, ho riappeso la bici alla rastrelliera e mi sono tuffato nella laguna.
E mentre due anni fa l'eccitazione mi pizzicava i pensieri ed i miei sensi erano tesi, sabato ero semplicemente euforico per essere di nuovo sui campi di gara a divertirmi coi compagni di squadra ed a confrontarmi con me stesso, nella speranza di far meglio.
Ed ero io a dare qualche indicazione al neofita della giornata, un big gim di nome Alessandro e di soprannome "Fede", ed a rivedere nei suoi occhi l'eccitazione che fu mia.
La pattuglia Rhodigium era composta, oltre che da me e BigGim Fede, dal prode Luca Luke Wilson e Giampi Giomo the White Jackass.
In considerazione dei miei tempi biblici di preparazione, io mi sono messo subito all'opera una volta giunto nel parcheggio di Cavallino al fine di mettere muta preparere bici e riemire il nuovissimo zaino da triathlon (la quantità di minchiate triatletiche acquistabili è davvero imbarazzante!!) con tutto il necessario per la gara. Nel mentre si è svolta la scena epica che da sola è valsa la giornata: Alessandro, che nn aveva aoncora indossato un body in vita sua, ha visto bene di infilarselo rovescio, con la cerniera aperta sulle tette e il paraculobabbuino che gli tirava su i maroni a livello ombelico.
E' ovviamente stato immortalato all'istante e il tempo intercorso tra la foto e la sua pubblicazione nelle varie chat WA di squadra è stato di 0,005 millisecondi.
0,002 millisecondi dopo sono arrivate le bestemmie del Franzoso inframmezzate dall'esortazione "disime che non xe vero!!!".
Poi siamo spariti in zona cambio, ciascuno a sistemare le proprie cose.
Ma, come sempre, una volta suonata la tromba di partenza, si chiudono i portoni e si lasciano tutti fuori, restando soli con sè stessi e concentrati.
L'acqua era di un freddo, ma di un freddo, che quando siamo partiti, mentre menavo le braccia per non perdere posizioni, avevo la netta sensazione che le idee mi si ghiaciassero tra la testa e la cuffia e avrei voluto uscire dalla muta come un getto di maionese dal tubetto, per rifugiarmi in auto col riscaldamento a manetta!
Ovviamente questi sani meccanismi di difesa sono stati prontamenti azzittiti dalla pervicace ignoranza triatletica per cui "failure is not an option", come recita il motto Ligertri, perciò ben presto il freddo si è trasformato in torpore, e sono entrato in quella specie di trance atletica in cui le funzioni vitali sono limitate allo svolgimento dei 10 secondi successivi, andando avanti una bestemmia alla volta, come disse Merlo seguendo Aglio in bici.
Come successe a Rimini lo scorso anno, il fatto di avere rank mi ha portato a partire in prima batteria, con nessi e connessi. I nessi erano i pugnazzi che mi sono arrivati sugli occhialini, i connessi le gomitate.
Infatti avendo molti più nuotatori con le mie stesse prestazioni, trovare il proprio posto in acqua nei primi 300 metri è stato davvero impegnativo ed ho dovuto omaggiare come sempre il mio mentore Barin dispensando più pacche di quante ne ricevessi. O le prendi o le dai, mi disse, e di sicuro è meglio darle.
Fatto sta che lo scontro è stato duro e solo dopo la prima boa sono riuscito a nuotare con una certa tranquillità.
Una volta risalito in terraferma, per la prima volta da quando la uso, la muta mi ha giocato uno scherzetto e il giudice che mi ha guardato sfilare in zona cambio non dev'essere stato molto felice dell'imprecazione a favor di pubblico che ho lanciato a ignoti mentre ravanavo dietro la mia nuca in cerca del cordone....
In ogni caso ho cercato di essere lucido e di uscire in fretta dalla zona cambio, con la bici tenuta per la sella e le scarpe sulla bici, altrimenti se per sfiga un fotografo mi becca poi Franzoso mi legna.
Lo stile prima dei watt, ho sentito dire.
Mi sono dunque lanciato nel rettifico di 5 chilometri da percorrere 4 volte. Putroppo ho pèrso subito un ciclista palesemente veloce che è partito con me, ed i primi cinque chilometri me li sono fatti da solo, tirando più che potevo con pedalate agili. Al terzo chilometro sono stato raggiunto da 4 o 5 atleti, che però non volevano saperne di darmi il cambio, così al giro di boa mi sono vistosamente fatto da parte ed un barbuto Blasich mi ha finalmente dato il cambio, ma gli altri mi hanno costretto a prendere la seconda piazza. E' andata avanti sempre così, con io e Blasich che ci cambiavamo di posto, aiutati poco e male da altri due, che prendevano la testa e la lasciavano subito...
Vedi come cambiano le cose... Due anni fa ero io il cuiuccia ruote, sabato invece toccava a me di tirare...
Ovviamente come strategia di gara fa cacare, questo lo sapevo, ma vuoi mettere l'autostima?!?!
Così con la mia autostima in vistoso fuorigiri, a un chilometro e mezzo dalla fine sono scoppiato e sono arrivato in zona cambio con tutti i miei sette litri scarsi di sangue concentrati nei quadricipiti femorali, tanto che i crampi partivano al solo pensiero di chinarmi a infilare le scarpe da corsa.
Tuttavia ho zampettato per 500 metri buoni in attesa di riattivare la circolazione periferica e quando la sensibilità mi è tornata nei piedi, ho progressivamente riacquistato le movenze di un umano, abbandonando quelle da battitappeto con cui ero uscito dalla zona cambio.
Il cuore non girava alto e avrei voluto provare a spingere di più, ma un occhio all'intertempo mi ha ritornato un 4:30 di media e mi sono detto che visto tutto quello che mi è capitato dopo Pola e l'anno scorso, forzare era un azzardo inutile, così mi sono tenuto nella parte superiore della mia zona di confort (cazzo quanto mi piace questa espressione!!) e mi sono gustato la mia corsa. Come due anni fa ho apprezzato lo scenario del canale lagunare che costeggiavo, le barche a vela ormeggiate, in marinaro ordine, le quinte di canne palustri e i vecchi casoni sullo sfondo, con gli altri partecipanti concentrati nello sforzo atletico che mi superavano o che mi seguivano.
Ho ascoltato il mio corpo, ho respirato, aria dentro, aria fuori, che così anche Bonvi sarebbe stato contento, e spingevo ma non troppo sui miei avampiedi, tenendo le spalle avanti ed i passi non troppo lunghi. O almeno spero.
Il Garmin mi ha confortato in questo, ed ho concluso con uno splendido (per me) 4:26 di media e 180 battute al minuto con una media battiti per nulla alta di 162, perciò avrei teoricamente avuto un altro po' di giri da giocarmi....
Ciò nonostante, come temevo, Luke Wilson, pur essendo partito nella batteria dopo la mia, mi ha raggiunto e superato nella sessione corsa.
Io ho tanta stima di Luca e tanto piacere che sia tanto veloce, ma il fatto di non aver preso abbastanza margine in acqua e in bici almeno da non farmi raggiungere, mi ha un po' ferito! Poi ho scoperto che ha trovato un ottimo treno in bici che gli ha fatto recuperare tempo su di me, ma siccome la gara glie l'ho regalata io per il suo compleanno, devo ricordarmi di non regalare mai più gare a chi è più veloce di me! AHahhaahh!
Incontrare Giampi che faceva il mona con due chilometri di margine sul sottoscritto non mi ha rappresentato invece alcuna sorpresa. The White Jackass è una garanzia in termini di prestazioni.
Giampi non si rompe mai, non si ferma mai e migliora sempre!
Infatti una volta terminata la gara ci ha salutati e si è diretto direzione Molinella, che aveva na gara di nuoto!!! Ma si può!
Il suo unico, fortissimo rammarico, è stato quello di averci smollato il tiket per il pasta party...
Ha un bel dire mia moglie che devo tornare ad essere un po' più normale, ma finchè frequento sta gentazza... no ghè dubbio!!
Infatti io alla fine dell corsa mi sono concesso anche uno sprint, perchè sentivo che qualcuno cercava ansimando di sopravanzarmi sul traguardo, ma non l'ho trovato corretto, e mi sono opposto con decisione.
Era un ragazzo tatuato con la barba da Hipster (e dajie ste barbe!!), a cui ho poi visto con bastarda soddisfazione che ho un po' tirato il collo in quegli ultimi metri, dal momento che imbarcava aria come un mantice e non riusciva a star dritto per lo sforzo.
Piccole soddisfazioni, soddisfazioni ebeti, ma siamo ragaaaazzi!!! Ahaahh!
Ho terminato in forma e contento come una Pasqua e dal momento che tutta la squadra ha fatto una gran bella figura, perchè anche Alessandro ha staccato davvero un tempone per essere la sua prima prova e per non avere ancora sviluppato un nuoto velocissimo, ci siamo sfondati di Waizze per festeggiare.
Bhe, lì bisogna dire che Alessandro ci ha battuti di diverse lunghezze!!
Ha già capito che il reintegro è importante!! Ahahaha!
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