martedì 7 aprile 2015

Allenamento corsa 7 Aprile e runner di paese

Whatsuppa di qua whatsuppa di là, tutti impegnati: stasera ho corso da solo.
Ho infilato le incomprese adidas energy bost e sono partito alla volta della pista ciclabile, direzione San Sisto.
Non c'è molto da dire sull'allenamento: dopo i bagordi dei pranzi e cene pasquali, avevo solo voglia di fare una lunga corsa a passo moderato, e così ho fatto.
Dopo circa un chilometro di riscaldamento, mi sono messo a 5 minuti al chilometro e ci sono rimasto per i successivi 10 chilometri, per poi rientrare verso casa per una latro chilometro e mezzo a ritmo di recupero attivo.
Tempo di 00:50:12 per i 10k
DATI GARMIN 10 K
Sono andato solo, dicevo: Mirco aveva i massaggi, povera creatura, e comunque non sarebbe certo venuto, per meno di 15 chilometri non si pettina neppure i capelli, figurati scomodarsi per una banale corsetta di 10 o poco più...
Capo, invece, è misteriosamente scomparso da diversi giorni.
Io temo abbia preso la segreta e astuta decisione di prepararsi di nascosto per poi sorprendere tutti alla prima gara!
Me lo sono immaginato là nella sua bella taverna a cricetare come un forsennato sui rulli, per sviluppare una potenza da caterpillar e riuscire a tenere i 45 all'ora per tutti i 10 chilometri della prima sprint, o uscire all'imbrunire col cappuccio sugli occhi e sciorinarsi 20 chilometri di corsa tirata per poi tornare verso il centro salire i tre gradini della chiesa di San Pio e gridare al cielo "Adrianaaaaa". Del resto lui è un aitante uomo di 35 anni dal petto depilato e se avessi 35 anni anche a me starebbe sul cazzo il rischio che un vecchietto di 40 come me, pure peloso, mi arrivi al traguardo staccato di solo pochi minuti, invece che di qualche ora come natura comanda!!! Allora meglio prepararsi di nascosto e umiliarlo alla prima gara!
Chi lo sa...!
In ogni caso ero solo e quando l'imbrunire mi ha tolto il piacere di allungare lo sguardo oltre il canale, o di indagare i movimenti furtivi delle nutrie dentro lo stesso, mi sono ritrovato a pensare che vivere in città è una bella comodità. Ci vuole forse più dedizione ancora a fare il runner di periferia. MI son detto che forse questo i cittadini non lo sanno, perchè sono abituati ad avere i servizi a portata di mano ed anche correre lungo una bella pista ciclabile, col suo parapetto, senza la puzza di auto e motorini, con il conforto dei lampioni ad illuminare il percorso per chilometri e chilometri può sembrare normale, perchè da sempre la vedono e la frequentano.
Io, che non sono indigeno, ma runner d'importazione, e vengo dalla bassa, da uno dei piccoli paesi del delta padano adagiati lungo gli imponenti spalloni degli argini del Po Grande, i piccoli disagi di correre in paese ancora me li ricordo.
Anche in un piccolo paese ci sono auto puzzone e  motorini ronzanti, senza contare che l'anonimato semplicemente non esiste e un tipo con abbigliamento tecnico che sia aggira per le vie tra l'abbaiare dei numerosi cani negli ampi cortili non è esattamente la normalità.
Il runner di paese va sull'argine a correre. Lontano da occhi indiscreti e da cani maleducati.
E l'argine è bello, fondamentalmente meno trafficato e alto sul piano campagna, che per inciso sta sotto al livello dell'acqua, perciò lo sguardo può spaziare in lontananza e assaporare i colori del cielo, i riflessi dell'acqua e la rigogliosa vegetazione che prospera lungo le rive del Po, spesso simile a vivide esplosioni di verde, quasi che la natura tramite essa gonfiasse il petto d'orgoglio e di forza.
Le poche auto che si incontrano, però, non transitano, no: sfrecciano! A velocità da pendolino spesso, e non ti danno esattamente un senso di sicurezza....
Inoltre la natura sull'argine non esplode solo come vegetazione, ma anche sottoforma di moscerini, zanzare, cimici,  e non è raro tornare a casa con un occhio rosso e bruciante per la bestiolina che nonostante gli occhiali s'è infilata proprio lì e senza uno specchio non c'è verso di tirarla fuori.
Infine sull'argine mica ci sono i lampioni, salvo qualche faro nel chilometro che costeggia il paese, per cui di notte non ti viene troppo spontaneo allungare la corsa nel buio pesto della campagna.
Che poi rischi pure di stenderti sul cofano di una coppietta che si è appartata anzitempo, oppure la coppietta non la trovi, ma scivoli sul ricordo del loro amore, abbandonato a bordo strada...
Così di notte o d'inverno, quando viene buio presto, tocca rifugiarsi tra le vie più o meno trafficate o al massimo, se trovi il portone aperto, vai a scroccare un po' di luce intorno al campo di calcio, mentre si allena la squadra del paese, prestandoti di tanto in tanto a fare il raccatta palle per i tiri finiti fuori dalla rete di recinzione.
Inoltre in paese si è in pochi: mica facile trovare l'appassionato coi tuoi stessi ritmi, orari e umori... si corre per lo più da soli..
Per questo, credo, per uscire, trovare i propri spazi e motivazioni per la corsa, a volte è più dura in paese.
Insomma, bella la vita di runner in città e me la godo distendendo le mie falcate lungo la ciclabile alla luce calda dei lampioni che si susseguono a intervalli regolari.
La corsa diventa una sovrapposizione ritmica fatta dal succedersi dei lampioni, più lento, sovrapposto a quello dei miei respiri, più intenso, ma sempre meno frequente delle strisce bianche della riga di mezzeria, che scorrono molto più rapide sotto i miei piedi, che a loro volta, impattando al suolo, emettono il caratteristico scalpitio.
Passo, passo, riga, passo, respiro, passo, riga, passo, passo, riga, respiro, passo, passo, riga, passo, respiro, passo, riga, passo, passo, riga, respiro, passo, passo, riga, lampione, passo, respiro, passo, riga, ..... 
E in sottofonodo, per fortuna, appena percettibile, il ritmo sincopato del cuore...
In questa sinfonia di immagini e rumori, inizio poi a riflettere sulla corsa in generale.
Ma questa è un'altra storia.
Intanto, anche stasera, ghe n'emo dà!!!
E doman... anca!


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