lunedì 17 agosto 2015

Corsa mattutina fivefingers

Sono le 9:30 di domenica mattina 16 agosto, il che, ad Albarella, dove ferragosto si festeggia il 15 notte e non il 14 come ovunque, significa la pace assoluta!
Nessuno per la strada, nessuno in spiaggia, tranquillità surreale da anno postatomico.
Quel pistolone del mio amico Luca, intervenuto in isola per un "festòn", non mi risponde ai messaggi, sintomo evidente che la notte prima si è incoconato per bene e ora nun ce la fa a uscire dalla tana.

Infilo di soppiatto le mie inusuali calzature, che se me le vedono i genitori è la volta buona che chiamano lo psichiatrico, e parto dunque solitario, direzione diga.
Le gambe sono ancora legatissime dal sonno e il fatto di correre scalzo accentua la sensazione di essere inadatto al moto. Le gambe poi sono un po' pesanti per la pedalata de giorno prima, ma è meglio che si distendano perchè al mio ritorno troverò la moglie sull'uscio con la racchetta da tennis in mano pronta per un match irrinunciabile in cui lei spara le palle a cazzo e io cerco di non farle finire tutte sulla rete dietro di me.
Dopo 6/700 metri inizio ad avere un cinematismo prossimo alla decenza e mi diverto a scorgere gli sguardi di stupore dei pochi che intercettano con la coda dell'occhio le cinque dita delle mie calzature un po' minimal.
Quando lascio l'asfalto per la carrabile di servizio di fianco al campo da golf, noto con piacere che i sassolini non danno troppo fastidio, è sufficiente evitare le sporgenze più pronunciate, ma la corsa barefoot è un po' così, circospetta e irregolare, ogni tanto bisogna fare un saltino più lungo, ogni tanto accorciare il passo per schivare qualcosa.
Dalla terra/ghiaia passo alle rocce della diga. Il grip delle suole è elevato e curando le zone di atterraggio, procedo bene e con soddisfazione, con i ditini che vanno a catturare per bene la superficie dei massi di granito.
Certo i polpacci lavorano molto e il sinistro tende sempre ad irrigidirmisi.
Per contrastare questa inclinazione, provo a rilassare il piede, la caviglia, nella fase di recupero, ridando tensione solo poco prima del contatto col suolo.
Dopo la diga, scendo in spiaggia.
inizialmente ero un po' titubante: mi sono immaginato l'avampiede che affonda nella sabbia soffice della battigia permettendo alla sabbia di filtrare tra le dita e inzozzare e bagnare tutto il piede.
Invece la sera prima aveva piovuto e il suolo era bello compatto.
Anche sulla zona smossa dal trattore, comunque, ho proceduto meglio del previsto ed anzi è bello correre sulla confortevole sabbia senza il patema delle conchiglie, anche se si fatica maggiormente che sull'asfalto e di contro manca la piacevole sensazione della sabbia fresca sulla pianta del piede di quando si corre scalzi.
Rientro su asfalto, dove senza dubbio il passo è più efficiente e slanciato, ma poco dopo mi rituffo fuoristrada, in un saliscendi ormai un po' in disuso nel sottobosco della poca pineta rimasta ad Albarella.

Penso che mi dispiace un sacco che con molta miopia quelli di Albarella SPA mi abbiano impedito di portare in questo paradiso i miei amici, anche se far passare il giro per qui sarebbe stato difficilino...
Putroppo ad un certo punto la nuovissima canottiera confort della decathlon inizia inesorabilmente a grattarmi le tette e sono costretto a levarmela, contro i miei principi, per non farmi male.
Ricordo con rancore quando i giorno prima staccavo soddisfatto l'etichetta che con l'immagine di due cerotti sulle tette indicava che il capo era appositamente studiato...
Na bella cippa!
Ormai corro sciolto e mi assaporo gli odori delle varie essenze della tipica macchia mediterranea, fatta di resine e di muschi e foglie umidicce e aghi sotto i piedi.
Termino i miei 50 minuti di corsa, che rappresentano ad oggi il mio record con le fivefingers, un po' affaticato, ma soddisfatto e ancora in grado di tener testa alla moglie che mi infila in mano la borsa da tennis e mi indirizza verso il campo da tennis.


Ciclismo - Rovigo Albarella lungo Adige

Sabato, 15 agosto
Vado ad Albarella a trovare i miei e logico scatta l'allenamento di bici: mando mia moglie in auto e io me la fo' in bici.
Voglio provare a fare l'Adige fino a Rosolina, mi pare un bel giro.
E poi così allungo un po' e google maps dice che i km da 56 diventano 68
Però...
Però la sveglia non suona e mi trovo molto corto coi tempi, mannaggia!
Giro per casa come un ciclone tirando su il materiale e mi instrado.
Mi maledico un po' per aver lasciato il cardio in studio (ancora!!) ma penso che tutto sommato un lungo non è che posso fare chissà cosa, ormai le mie velocità le conosco.
Passata Boara mi metto giù forzando ma non troppo.
Sono le 11 e fa già un bel caldo.
Sono l'unico ciclista.
Troverò solo qualche amatore lungo il tragitto.
Il lungo Adige mi piace molto.
A me piace l'acqua viva e l'Adige, più stretto del Po in fianco a cui sono nato, è certamente più veloce e la vegetazione che lo circonda più rigogliosa.
Scivolo lungo la strada augurandomi di non crollare anzitempo: mi sono dimenticato anche qualsiasi integratore e mi dovrò far bastare la colazione piuttosto ordinaria che ho fatto prima di partire.
- Sarà un allenamento metabolico! - Mi dico per riderci su.
A Cavarzere, dopo 30 chilometri abbondanti, sono leggermente affaticato, ma ancora ne ho.
Decido di non spingere troppo per il timore di esaurire anzitempo le forze e cerco di tenermi tra i 30 e i 32 all'ora, anche se mi spiace un po' non riuscire ad esprimere medie degne dei miei compari di merenda della Rhodigium, ma tant'è... In bici sono scarso, non ci sono tante storie...
Superato Cavarzere passo sulla sponda destra dell'Adige, dopo aver visto un paese in cui praticamente solo la chiesa non aveva un cartello vendesi appeso di fuori!
Una cosa incredibile e pure un po' deprimente.
Quando invece in località Sostegno ho lasciato l'argine per dirigermi verso Loreo, ho superato un borgo un po' fuori dal tempo, dove la miseria  e l'incuria la fanno da padrona, con corti disordinate piene di oggetti di ogni tipo, dalla rete di materasso inutilizzata, a mille strutture di divertimento domestico, tipo una piscina gonfiabile, un canestro un trampolino e tre biciclette in 15 metri quadrati, tende sulla porta d'ingresso strappate e mille altri dettagli.
In mezzo a tutto ciò, mi ha colpito invece l'evidente promisquità delle persone che abitavano quelle case con il loro territorio. Infatti in fianco alla strada corre un piccolo fosso, uno scolo, con acqua sufficientemente pulita perchè si vedessero distintamente le lunghe alghe piegate nel senso della corrente sul basso fondale, e su questo piccolo scolo si allungavano qua e là, a volte in coincidenza di un portoncino sul retro della casa, a volte in beata solitudine, piccoli appordi inprovvisati per l'attracco di piccole imbarcazioni.
Mai avrei pensato che un così piccolo scolo venisse navigato.
Ho pensato alla pesca delle rane o chissà cos'altro.
In ogni caso alla volta di Loreo la fatica ha iniziato a mordermi con decisione i polpacci e quando, superato il cavalcavia della Romea, mi sono trovato sull'argine che in 11 chilometri mi avrebbe finalmente portato a destinazione, ormai ero cotto e la leggera brezza contraria che vi ho trovato mi ha del tutto scoraggiato!
Solo la decisa intenzionie di arrivare prima dell'una, fondamentalmente per evitare il cazziatone dei genitori affamati, mi ha tenuto su di tono.
Ciò nonostante non sono riuscito ad esprimere velocità superiori a 28 km orari e la media è corollata a 30,5, com mio estremo sconforto.
Tuttavia è stato un bel giro!
Mappa giro lungo Adige Rovigo - Albarella

Uscita estiva bici in solitaria: strada delle Valli - Albarella Rosolina

Domenica 19 luglio
Cacchio, sono le 8:30...sarebbe troppo tardi per andar via in bici! Il sole è già alto e inizia il caldo.
Pace: speriamo che sulla strada delle valli non ci sia troppo "soffoco"! -
Con questi pensieri mi allaccio il casco e mi nascondo dietro gli occhiali da bici, per allontanarmi dall'isola direzione Rosolina.
Google maps mi da 23 km di distanza.
Mi scaldo come al solito col 34/16 per qualche minuto, per poi iniziare l'allenamento: decido di fare ancora 10 minuti 50/11 e 10 minuti più agile.
Poche auto, pochissimi ciclisti, molti in passeggiata vacanziera.
Provo a spingere per benino, ma una leggera brezza contraria mi trattiene a 32 km orari. SOlo a tratti riesco a portarmi sui 35.
Dopo alcuni chilometri sono più in forma e reisco a spingere meglio sulla stratta strada arginale.
Alla mia sinistra le valli da pesca, vecchi casoni col tetto in canna ben ristrutturati, sullo sfondo, velati dalla foschia dell'afa, i colli euganei.
I colori della mia terra mi riempiono gli occhi mentre mi affanno a tenere la velocità anche mentre bevo a intervalli regolari!
Peccato che alla mia destra un argine impedisca di allungare lo sguardo sulla laguna di Caleri.
Supero la chiesa Moceniga, che noto con piacere esseere stata ristrutturata e completata con una piacevole area di sosta.
Il caldo si fa sentire, ma la velocità relativa permette di avere l'aria sufficiente per resistere!
Inocontro gruppi di ciclisti un po' sparuti che vanno in senso contrario.
Saluto e vengo ricambiato, grazieaddio!
Ricordo quando feci lo stesso percorso con la bici da trekking... un male al culo!! a 20 all'ora non si arrivava mai!!
La strada delle valli finisce e imbocco la provinciale per Rosolina Mare. C'è molto traffico, e non mi resta che mettermi a testa bassa per arrivare il prima possibile al giro di boa, prefissato in piazzale Europa.
Scatto una foto insignificante per gli amici in cui vorrei testimoniare il mio passaggio da Rosolina Mare, ma spero si fidino perchè non si capisce una cippa, e riparto immediatamente verso Albarella per non raffreddarmi troppo (che detta così, col caldo che c'è, pa sicuramente un po' ridere)
Il percorso a ritroso naturalemtne reisente un po' della stanchezza, ma riesco ad esprimere una media decorso e in certi tratti riesco ad allungare fino ai 34.
Mi fermo solo per una rapida foto ai coasoni di valle ristrutturati da poco, che sono molto coratteristici.
Non incontro nessuno, a parte una coppia non più giovane che con due bici non proprio da corsa ma sportive sta facendo lo stesso giro. Non posso che provare un moto di stima verso entrambi.
Ho immaginato i pensieri del vecchio che mi ha visto passare e che avrà riassaporato con un po' di nostalgia i tempi  in cui si allenava come me e certamente ne aveva pure di più!
Il paesaggio scorrre sempre poetico e alternando rapporti duri e rapporti agili mi reinfilo nella strada che dalla Rome porta a Rosolina.
Poco dopo, dal nulla, mi sbucano dietro due ciclisti, un uomo e una donna della mia età, che mi raggiungono e mi volano davanti. Mi accodo per qualche momento, ma dopo avermi superato iniziano un po' a rallentare la mia tabella.
Allora riprendocon garbo la testa e li tiro fino alle porte di Alba.
Quando, un 600 metri prima, mollo per fare un po di agilità a sciogliere, i due mi passano di gran carriera e il tipo mi ringrazia con una punta di ironia per il "passaggio".
Resto perplesso..
- Se ne avevi di più perchè non hai tenuto tu la media, pirla! - Mi son pensato.
Comunque affaracci suoi, per me ottimo allenamento!