mercoledì 31 gennaio 2024

Scott Speed carbon RC, primo contatto

Se non sei buono, lascia perdere!

Questo mi hanno sbattuto in faccia queste Scott piastrate da gara!



Se le cugine Pursuit non mi hanno emozionato, bhe, queste non si può dire che non abbiano carattere! O le si ama o le si odia.

La forma è tutto sommato convenzionale, con una tomaia molto traspirante, una linguetta sottile e leggerissima rinforzata dove necessario, due sottili fasce elastiche a tenerla in posizione ai lati del piede. 

La scarpa è leggera, l'intersuola con anima in carbonio è rigidissima e preoccupa da subito.
La suola, solo sui punti di attacco e uscita della rullata, sul tallone e sulla punta, è un di una gomma che pare resistente, ma al contempo grippante.

I lacci come nelle Pursuit, non mi hanno convinto. Sono scivolosi e chiedono il doppio nodo. Poi partono troppo in alto. Vorrei dessero la possibilità di stringere meglio anche l'avampiede. La calzata tuttavia è comoda, un po' più asciutta delle Pursuit, ma non fasciante. Non mi ha dato problemi.

Al contrario dei primi passi...: -Diobo mi son comprato degli zoccoli! - ho pensato per i primi chilometri di riscaldamento!
Le scarpe non flettono nulla, non ammortizzano niente. Clap! Clap! Clap!
Degli zoccoli! Avete presente quelli di legno, con le due traversine sotto, infradito, che si vedono nei film giapponesi! Quelli di Ghemon? Ecco! Quelli ho pensato di aver sotto i piedi!

Belli eeh!!! Di un giallo fluo cattivissimo, appena mitigato da una discreta linea nera. La versione running dei mitici sci Volkl! Un attrezzo che grida al mondo che sei uno sportivo di razza! Un Racer! Spostatevi tutti cazzo!
Però...., se non siete dei Racer veri, come me, attenzione che ad averle ai piedi peccate di tracotanza, e fate la figura di Danny de Vito a braccetto con Sharon Stone....!
Perché sono esattamente le scarpe sfrontate ed estreme che promettono di essere! E se non siete all'altezza avete un problema.

Così ho trascorso i primi chilometri a pentirmi dell'acquisto. - Ora comprendo perché erano in offerta! - dicevo tra me e me cercando di scaldarmi nel freddo pomeriggio. - Ma dov'è la doppia anima di cui ho letto nelle poche recensioni trovate on line...?- Mi ero esaltato alla notizia che la loro piastra è ingegnerizzata per flettete con forze diverse a seconda del passo... Più flessibile al trotto, più rigida al galoppo... Io tuttavia, mentre trotterellavo a 5:20 al km,  questa caratteristica non l'ho sentita.
Ho trovato una scarpa secca, rigidissima, stabile, che deve essere portata di avampiede con la padronanza di una buona tecnica. Se sbagli e vai per tallonare, ti sembrerà che manchi suola. Se metti il piede troppo avanti, non comprimi la piastra e lei non ti da nulla. La rullata non è contemplata.
È una scarpa fisica, analogica, affaticante. Mentre la portavo ho sentito tutto il superlavoro di compensazione dei polpacci  e soprattutto dei quadricipiti. E dopo anni anche il mio piriforme non si lamentava, pure lui ha avuto qualcosa da dire.

Certo, volendo contestualizzare, non sono in forma smagliante, le gambe un po' contratte e i miei annetti iniziano a farsi sentire, però indubbiamente la scarpa non è cushion, per usare un eufemismo! 

Poi ho iniziato con le ripetute: 10 da 300 recupero 300. La prima come sempre prudente. La sensazione a 4.30 è già migliorata, ma ancora la rigidità la percepivo distinta. Seconda ripetuta. 4.20. bene dai! Appoggio neutro, la spinta si sente, anche se non c'è quel ritorno definito e un po' scomposto che mi davano le Endorphine le prime volte di utilizzo, la scarpa inizia a lavorare. Anche chi è rigido come me fa fatica a tallonare, i 5 mm di drop sono veri e il tallone sfiora solo l'asfalto. Mi sento sicuro e ben supportato e inizio a prendere confidenza con l'appoggio consistente, ma solido. Sento bene la strada. Terza ripetuta. Scendo ancora qualche secondo. Sai che mi piace? Butto un altro po' il peso in avanti e lascio girare le gambe. La leggerezza lascia il passo assolutamente neutro. Il grip è ottimo. Nessuna dispersione di energia. Non mi accorgo di allungare la ripetuta di cinquanta metri. Figata!
Eccola qui! Mica si chiama speed carbo rc per nulla... Devi andarci veloce e lei ti asseconda al meglio. Non è fatta per altro.
Non ha la duttilità della Novablast, nè la morbidezza reattiva ma un po' instabile delle Endorphine, e tantomeno la tolleranza della Fly 3, che tuttavia è certamente meno veloce e leggera.
Facendo un paragone automobilistico, è una cazzo di formula uno stradale. Non è una Porsche, che ti fa il giro veloce del Nurburgring così come la spesa al supermercato con la stessa impassibilità... No, qui puoi esprimere tutto il tuo potenziale, ma quando finisce la sparata, ti ciucci anche tutti gli scossoni della corsia box.

Morale della favola, dovevo fare 10 ripetute, invece ho tirato l'undicesima a 4 solo per il gusto, perchè è lì che da li meglio. Io invece avevo finito, esercizi ed energie. 
Così ho impostato un defaticamento che si è ben presto trasformato in una mezza penitenza, perchè rientrando a 5:10 verso casa, è tornato quel clappete clappete di zoccoli schiaffati sull'asfalto e la sensazione di  provare a prender sonno su una panca di legno.

Specialistiche.



martedì 23 gennaio 2024

PROVA SCOTT PURSUIT

 


Oggi ho provato le nuove scarpe Scott Pursuit.
Le ho comprate a scatola chiusa approfittando di un’offerta davvero allettante, ignorando della loro esistenza, solo dopo aver avuto analoga fortuna con le sorelle da gara Speed Carbon RC, anche per garantirmi una scarpa meno specifica per gli allenamenti quotidiani.
Prima di effettuare l’acquisto ho fatto qualche indagine ricavando buone impressioni generali.
Mi aspettavo una scarpa neutra mediamente protettiva.

Primo impatto
L’estetica non è coinvolgente: l’intersuola non particolarmente sagomata e la zona sotto l’arco plantare molto piena non me la rendono attraente. Inoltre la larghezza è superiore a quanto mi aspettavo. Diciamo che è in linea con le tendenze attuali, che vogliono un’intersuola piuttosto alta e una piana larga e avvolgente. Stile Hoka per intenderci.
La Pursuit accenna queste caratteristiche, ma è decisamente più tradizionale, con un drop di 8 mm vero anche alla percezione, e un rocker discretamente accennato ma ben concepito.
Sono rimasto colpito dalla soletta otolite interna.
Anche le colorazioni (bluette/arancio) l’allacciatura ed il taglio del collo piede leggermente squadrato danno l’idea di una scarpa convenzionale, anche se in linea con lo stile scott.

Calzata

La scarpa risulta essere ampia. A parte un po’ di pressione che deriva dalla zona plantare abbastanza accentuata e che a primo acchito non accoglie il piede come a casa propria, sia il tallone che soprattutto l’avampiede e le dita hanno molto spazio sia in larghezza che in altezza. Chi ama le scarpe fascianti non troverà una buona compagna.
Ho provato a serrare bene attraverso i lacci la scarpa al collo del piede ma non si è rivelata una operazione possibile. La zona è abbastanza rigida e non si fa raccogliere dai lacci più di tanto… Forse dovrà ammorbidirsi un po'.
In ogni caso è sufficientemente comoda e la soletta non ha strane conformazioni come invece presenta per esempio la Clifton di Hoka.

Impressioni

La scarpa si rivela subito quello che è: una solida e affidabile compagna di allenamento che non riserva grandi spazi all’emozione. Tendenzialmente asciutta come risposta, assorbe bene l’impatto e consente di correre bene di avampiede. E’ molto stabile e dopo il sesto chilometro la sensazione di contatto della zona plantare è svanita.
Non concede gran ché al ritorno energetico, però consente di spingere adeguatamente senza disperdere energia. Sostanzialmente da’ la netta sensazione che stiate correndo con le vostre gambe senza trucco e senza inganno: le Pursuit fanno esattamente quello a cui sono chiamate: proteggere il piede dall’impatto con l’asfalto.
Ho anche notato con piacere che l’apio spazio in punta e il rocker ben studiato consentono di utilizzare le dita del piede in modo più attivo di altre moderne calzature e questo lo metto a vantaggio.
Nella mia mente si sta consolidando l’idea che le scarpe dotate di rocker accentuati e piastre in carbonio abbiano la brutta controindicazione di togliere lavoro alle nostre dita, rendendo la corsa meno naturale e sovraccaricando leggermente altri distretti tendineomuscolari.
Peccato per un leggero fastidio creato dal bordo della suola, che si alza di qualche millimetro a contenimento del piede, sulla parte esterna del metatarso dell’alluce (solo il sinistro).