martedì 28 aprile 2015

LIGERTRI LAGUNA SPRINT - 25-04-15 - LA MIA PRIMA GARA

Incredibile!!
Un "ragazzino di quarant'anni", senza alcuna esperienza agonistica alle spalle, si iscrive a triathlon giusto per allenarsi insieme ad altre persone, per motivarsi, e finisce che poco meno di 7 mesi dopo disputa la propria prima gara!!
Come triatleta sono nato settimìno, porco càn, ma non di certo prematuro!! Ahahh! Anzi, un po' stagionatello!!
Bhe, allora se dicono che gallina vecchia fa buon brodo, il sottoscritto galletto (lo so che il brodo al limite si fa col cappone, ma al cappone gli tagliano iiii.... Brrr!! Paura!!), il sottoscritto galletto, dicevo, il brodo lo ha trovato pronto!!
Ma andiamo con ordine.
Per quelle congiunture astrali per cui il Signore va in bagno e Madama Sfiga si siede al suo posto, la sera prima non viene organizzata una cena dei quarantenni del mio paesello natìo?!?!?
Visto che quarant'anni, per pura legge di probabilità, difficile arrivarci più di una volta, impossibile mancare!!
Così la mia gara è iniziata a tavola: ho esercitato tutto il mio self-control per non abbuffarmi di cibo e non ingollarmi litri di vino alla piacevole compagnia dei vecchi compagni di scuola e di vita!
Ed ho messo in campo tutta la mia arte diplomatica per andarmene anzitempo senza riceve accuse di cagacazzo menefreghista.

Ma ci sono riuscito, perchè la motivazione c'era!
Una volta infilato sotto le coperte, sul mio viso si sono riflessi ancora, per un'altra volta, i pixel luminosi del telefono, mentre leggevo la lista del materiale. Ho consumato lo schermo a forza di rileggerla.
A triathlon ci sono talmente tante "monade" (o minchiate, come usa chiamare mia moglie tutti i miei strumenti di divertimento) da portarsi appresso, che quando finisci di leggere la lista ti sei già scordato l'inizio!
Frazione nuoto: muta, vaselina, occhialini...
Frazione bici: bici (ma va??? eppure ho sentito di gente che ha dimenticato giusto quella.....), casco, occhiali... ec..., ecc....
Prendo sonno, inseguito da due borsoni e tre borracce.
Al mattino avevo appuntamento con due colleghi di rango: un mito del triathlon quale Leonardo, che ha portato questa disciplina a Rovigo e probabilmente ne è stato uno dei primi praticanti a livello italiano, e Daniele, conetaneo e absolute beginners come me, ma con un passato agonistico come runner.
Daniele si mostra abbastanza ansioso: al primo contatto mi propone di trovarci alle 7:15, chè la gara è solo alle 12:30 e non si sa mai (!), "potrebbe esserci una colonna pazzesca prima di Jesolo" ed è meglio partire per tempo.
Io non ho la confidenza necessaria per oppormi, ma un bestemmino, piccolino piccolino, sapendo della serata che mi aspettava, mi è sfuggito, mentre un timido "ok" mi scivolava di bocca.
Fortunatamente ci ha pensato Leonardo, forte della sua esperienza, a tranquillizzarci che anche le 8:00 erano un buon orario per partire per Jesolo.
Io, mi sono tranquillizzato, non invece Daniele, che alle 7:05, mentre io facevo training autogeno seduto sulla tazza del cesso, mi messaggia per dirmi che lui è prontissimo, e che possiamo arrivare quando vogliamo.
Rispondo che sto "spingendo" per arrivare puntualissimo...
Ingurgito la prima colazione, la stessa di tutti i giorni, giusto per non sbagliare, ma al doppio della velocità, acqua e limone che bisogna idratarsi, passo per casa a mo' Taz, il diavoletto della Tasmania, raccatto tutto quello che mi pare possa servire, oltre a quanto già preparato, e mi presento puntuale all'appuntamento.
Ci stipiamo per bene nel Voyager e inizia l'avventura!
Faccio conoscenza coi miei compagni di viaggio:
Leonardo: quando mi dice la sua età anagrafica, ho una attimo di mancamento. Mi avessero chiesto, avrei detto una cinquantina al massimo, non i 10 in più che ha confessato!
204 gare di triathlon disputate, vittorioso al winter tiriathlon lo scorso inverno, al campo gara salutava anche i vigili. Nel suo sangue i globuli rossi hanno lasciato il posto alle endorfine e si dice abbia gli attacchi look direttamente avvitati alle piante dei piedi! Una miniera di suggerimenti e di saggezza triatletica.
Daniele: straordinario barista volante, che ha superato prove molte più dure del triathlon che si apprestava a diputare con me. In auto ci ha raccontato le sue esperienze sportive che dalla corsa nel fango di Nurburgring lo hanno portato all'attraversamento dell'Italia in bici in onore di una persona a lui cara e a fini benefici. Sempre con il sorriso e con gli occhi che brillavano!
In un attimo ci siamo trovati sulla lenta strada che conduce a Cavallino Treporti.
Visto l'ampio anticipo, ci siamo soffermati con calma presso gli stand della consegna pacchi gara.

C'erano rivenditori di materiale agonistico per bici e per nuoto, appendici per bici, occhialini, mute,body. La generosa tenda del pronto soccorso (vade retro!!)
Intorno tutto un fermento di gente su bici professionali, con divise sociali, capienti borsoni e occhiali avvolgenti.
L'atmosfera era frizzante ma ancora rilassata.
Più in là numerose transenne delimitavano il parco chiuso della zona cambio.
Finalmente vedevo dal vivo quegli scheletri di ferro che presto si sarebbero animati di bici scintillanti, scarpe sgargianti e atleti nervosi e concentrati, avvolti nei loro body da gara e i numeri stampigliati su spalle e polpacci.


Le corsie di moquette colorata, gli archi gonfiabili che si innalzavano a dare corpo a questo palcoscenico dove avrei di lì a poco consumato la mia adrenalina e infine il tanto agognato traguardo, quello con su scritto "ARRIVO", quello sotto cui passare trasformando la smorfia dello sforzo in un ampio sorriso, alzando le braccia al cielo, anche se non si è arrivati primi, solo per la gioia di aver raggiunto i propri obiettivi!
Mentre andiamo a vedere lo specchio d'acqua dove nuoteremo,

facciamo caso ai numeri che ci sono stati assegnati: a Daniele il 118, a me il 113!! Che dire, a me la Polizia di Stato,  a lui il soccorso sanitario: in caso di difficoltà  ci sarebbe bastato comporre il numero che ci hanno tatuato sul braccio!!!
Leonardo si lamenta del fatto che non l'hanno messo nella nostra stessa batteria: voleva darci le canne a tutti capite?!?!?! Espresso proprio! Neanche in differita!!!
Non ha comunque pèrso il proprio aplomb e con la metodicità dello sportivo consumato va a sentire l'acqua, poi controlla per bene dove si entra e dove si esce, mi insegna che devo smontare dalla bici prima di quella riga là, che devo salirvi solo dopo questa riga qui, infine aspetta che i giudici espongano la temperatura rilevata e che la sezione di nuoto si tenga davvero. Tutte cose che io avrei bellamente ignorato, capra che non sono altro!!
Quando ci accorgiamo che manca solo un'ora all'apertura della zona cambio, ci precipitiamo alle auto. Io Daniele e Matteo....
Leonardo no, lui va a comprarsi con calma gli occhialini da nuoto, fa quattro chiacchiere con un commerciante vecchio amico, penso sia anche passato in bar a farsi un tresette, per poi raggiungerci con serafica tranquillità.
Si è appartato qualche secondo dietro al portiera del suo Voyager e ne è uscito poco dopo come Superman dalla cabina telefonica, intutato e bici pronta in mano.
Efficiente, non c'è che dire.
Io non riesco neppure a fare pipì con la stessa naturalezza!
Io, invece, finalmente abbandono il mio stato di cazzaro beota per calarmi nei  panni dello sportivo.
E non capisco più una cippa!!!
Mi rendo conto di avere una bici, un borsone e uno zaino di materiali assortiti e di non avere la minima idea di come organizzarli!!!
Mentre gli altri hanno già addosso il costumino col pannolone e la rosellina azzurra sulla tetta, io ho sparpugliato tutto per terra e pare che giochi al solitario con scarpe, asciugamano, caschetto e muta.
Matteo, il quarto moschettiere dell'allegra combriccola, superorganizzato, è venuto con camper e famiglia: si è raccolto in ritiro spirituale ed è uscito dal suo motorhome solo alla fine, come i grandi piloti, già vestiti di tutto punto. Qualcuno, probabilmente Uccio, deve avergli già preparato la bici sul cavalletto, così lui si è accucciato in fianco ad essa e per concentrarsi. Sicuro pensava ai suoi sfavillanti cerchi con le lame rotanti in carbonio, che quei fetentoni di giudici hanno messo fuori regolamento!! La moglie, entusiasta, manda la figlia a reggere l'ombrello.
Daniele armeggia intorno al manubrio per togliere le prolunghe, che per regolamento sono ammesse solo nella misura più corta. Poi con calma si prepara.

Io ritrovo per un attimo la lucidità di gonfiare le gomme e infilarmi a mia volta nel body, mentre mastico furiosamente una barretta energetica e tracanno acqua chè bisogna idratarsi, ma solo dopo aver fatto 5 chilometri per trovare un posto appartato per pisciare! Diobono! Ovunque le anziane stavano spazzando il marciapiede in cerca di triatleti col pisello in mano da randellare!!!!

Con la vescica vuota si ragiona meglio, ... se... tanto meglio che in netto ritardo sugli altri infilo tutto nel borsone e lascio giù solo le chiavi, e così, stracarico, mi faccio il giro d'ispezione del percorso bici.
- Sarà allenante!!! -  mi dico con poca convinzione.
Con fiero spirito d'indipendenza, decido di scimmiottare tutto quello che fa Leonardo, se non lo sa lui!!!: arrivo fin dove arriva lui, mi giro quando si gira lui, mi cambio quando si cambia lui.
Matteo e Daniele, invece, presi dall'entusiasmo, si fanno tutto il tragitto della bici quattro volte zaino in spalla e solo al sorgere delle prime piaghe al culo rientrano con la mistica notizia: è tutta dritta fino al giro di boa!
Intanto io mi sono sottoposto a marchiatura  e mi fermo in contemplazione della mia piazzola di sosta.
Ho appeso la bici, e fin lì tutto ok. Poi mi guardo intorno per scopiazzare gli altri, che Leonardo non era vicino.
Quando vedo che uno ha lasciato cuffia e occhiali sulle scarpe (la frazione nuoto inizia subito, e bisogna già avere addosso muta, cuffia, e occhiali!!), mi dico che è meglio che ragioni con la mia testa, altrimenti va a finire che copio anche la firma come il più triste degli scolari delle elementari!
Quindi guardo Daniele.
Daniele guarda me.
Insieme guardiamo uno in mezzo tra noi.
Gli sguardi sono eloquenti, abbiamo capito che in quel momento vigeva l'uguaglianza: non sapeva un cazzo nessuno!
Mancava solo il tenente Hartmann a ricordarcelo!
Quel che il collega sconosciuto ricorda a Daniele è invece che ha appeso la bici al contrario!!!
Risata generale e correzione di rotta!!
Ripassiamo dunque a voce alta tutti in coro le fasi delle transizioni come neanche il Padre Nostro il giorno della cresima.


Esco dalla zona cambio e una sorridente ragazza mi vuole marchiare un'altra volta una spalla con il logo dell'evento. Con più inchiostro addosso che saliva in bocca, me ne vado muggendo come un manzo dal recinto a mettermi la muta .
Il momento è catartico!
Individuo Leonardo che ha espropriato la tenda del pronto soccorso e la usa come spogliatoio improvvisato.
Ovviamente mi metto in fianco a lui e ne copio i movimenti.
Quando si infila la sportina nel piede per mettersi la muta, finalmente arriva il momento che tanto aspettavo, quello in cui capisco cos'era quella sensazione di aver dimenticato il cavatappi: mi sono dimenticato la sportina per infilare la muta!!!! Me lo aveva detto Michele cacchio!!!
Afferro il lensuolo di nylon che conteneva la muta, la ridimensiono a morsi nervosi e cospargo lei e me di liquido lubrificante appositamente studiato, ma mi accorgo che mi scappa da pisciare un'altra volta! Maledetta idratazione!! Mi aggiro con le mani sul pacco per tutto il parco giochi del centro di Cavallino Treporti in cerca di una siepe in cui accomodarmi, ma dovunque mi metta, mi raggiungono con sguardo inquietante una madre e una figlia apollaiate su una panchina che ha la posizione strategica di un bunker tedesco. Dove vado sono lì a guardarmi!
Me la tengo!!!
Intanto il liquido lubrificante è asciutto come il Sahara e infilo la benedetta muta a secco!

Il tempo stringe, ci chiamano per il briefing di inizio, le partenze sono programmate di lì a 15 minuti.
Camminiamo belli inguainati come lucide camere d'aria sull'asfalto assolato con i piedi scalzi mentre i pochi passanti ci guardano con espressioni che virano dallo stupore alla pietà cristiana in 5 secondi.
Il parapetto della laguna è gremito di gente.
La tensione ormai è accesa come il sole che ci sta cuocendo la zucca.
Capisco che c'è una boa di qua, due di là e che bisogna lasciarsele a destra. Come informazioni mi sembrano sufficienti!
Poi capirò anche in che direzione andare appena partito!!
Incontro un altro amico della Rodigium e contento di vederlo non riesco a dirgli altro se non che mi scappa da pisciare!
Sono disidratato e mi scappa da pisciare.
E tra 5 minuti parto per un'ora e venti di gara!! La mia prima gara!
Ma si può arrivare alla prima gara non pisciati?!?!?
Paolo mi guarda serafico e mi dice: - Ma non l'hai ancora fatta, io l'ho fatta cinque minuti fa!! -
Io gli guardo l'inguine e penso mi prenda per il culo.
Lui mi dice che non si vede nulla.
Io non mi piscio addosso alla mia prima gara!!! -  mi ostino a pensare!
Intanto chiamano la mia batteria e sul molo decido: - O me o lei!! - E via una bella, calda, appagante pisciata nella muta nuova col giudice che mi dice di muovermi, di saltare in acqua e Matteo che, euforico e in preda all'adrenalina, saltella sulla pozzanghera che mi lascio dietro come un bambino che gioca!
Sono bei momenti!
Via che salto nella Laguna del Cavallino: un vero brodo primordiale, altro che gallina vecchia!!! Una zuppa di pesce inaudita! Apro gli occhi sott'acqua e non vedo che pece!
L'acqua è a 18 gradi ma non mi accorgo di alcuna temperatura. Scelgo una posizione defilata nel gruppo e al fischio mi dimeno con l'eleganza di un cane la prima volta che lo butti a nuotare.
Mi tocco con alcuni colleghi che hanno il mio passo e per un po' continuiamo a infastidirci a vicenda.
Poi mi ricordo le parole del pazzo del Tanke:- O le dai o te le danno - e sportivamente opto per la prima soluzione, una gomitata di qua, una manata di là, mi faccio largo e mi prendo la mia posizione.
Sono affannato e vedo la prima boa ancora lontana.
L'acqua è torbida e puzzolente e non riesco a tenere la rotta.
Solo in quel momento, da quando ho iniziato questa splendida avventura sportiva, mi sono veramente chiesto: - Ma chi me lo fa fare?? - Ma soprattutto, ripensando all'iscrizione già effettuata per l'olimpico: - Ma a Sirmione, come cacchio faccio, che qui son già massacrato dopo 150 metri??? -
Tuttavia non c'è tempo per certi pensieri: il vero triatleta non si lamenta e va avanti.
Inizio a ragionare che sto nuotando malissimo, allora accendo nella mente la musica che un altro nuovo amico di triathlon, Simone il Bimba, ancora sconosciuto (miracoli della modernità) mi ha regalato il giorno precedente per incoraggiarmi
e al ritmo di questa colonna sonora mi lancio in una nuotata più lunga e sciolta.
Ascolto i miei battiti, cerco di non andare in affanno, ma al contempo di spingere più che posso.
Grazie Simone!!! Mitico!!
La muta mi sostiene e battere i piedi risulta difficile.
Le cose vanno meglio.
Il tanto temuto giro di boa lo faccio in solitudine, senza scontri.
Mi trovo da solo tra i più veloci e i più lenti. Tenere la rotta è la cosa più ardua perchè si vede veramente poco a filo d'acqua.
Ad un certo punto inizio a raspare il fondo con le mani! Ma che è?!?!
Sto andando a vongole??
Tra alghe,, sabbia e fondale basso, mi sposto di nuovo verso il centro del campo gara.
Da lì sono andato in discesa (se fa per dire!!) ho capito come funzionava il gioco e la nuotata è divenuta ben più redditizia.
Giro le due boe finali e un po' annaspando, con i giudici che mi incitano e mi chiamano senza che io  senta una parola, esco finalmente dalla palude e mi avvio verso la zona cambio.
Come suggerito dall'immarcescibile Leonardo, la muta me la tolgo prima della zona cambio per evitare di essere intralciato da altri o di rovinarla contro le biciclette.
Vado senza esitazioni al 113 e lì faccio il primo vero errore: scambio la mia zona cambio per una spa, mi asciugo i piedi e mi metto le calze, manca poco che mi faccio un idromazssaggio!
Perso 30 secondi per l'anima del....!! Quello!!
Poi una dello staff si mette a passeggiare leggiadra sulla mia via di uscita mentre arrivo zampettante in bilico sugli attacchi: ma vai, cara, vai a giocare a briscola sull'autostrada!!!!
Mi butto in bici con l'impeto arrembante di un pirata, rischio di caricarmi una ragazza che, anch'ella appena salita in sella, che oscillava di qua e di là in cerca dei pedali o per un improvviso calo di zuccheri, chi lo sa, e quindi alzo la testa e ..... mi ritrovo.... solo!
Davanti a me non c'è uno straccio di trenino, ma che trenino, manco un Lima con passaggio a  livello abbassato!
Nulla! Solo un lungo stradone deserto in cui mi sono lanciato a rompicollo.
All'improvviso passano ragazzi a velocità supersoniche e pur essendo io con somma soddisfazione a 37 all'ora, che per me è molto, anche col vento a favore, non riesco ad agganciarli.
Quando passa un altro trenino, mi attacco come un cozza e finalmente il mio cuore trova un po' di sollievo. Metto rapporti duri e vado.
Al giro di boa, in cui occorreva fare una inversione secca a U su una stradina di 4 metri, i locomotori ripartono come fionde e mi lasciano al palo come un ebete.
Un ebete, ma fuorisella però!
Chissà come sarebbe orgoglioso l'Enry!
Di nuovo solo, agguanto uno che poi mi si attacca dietro, controvento.
Subisco molto, la velocità cala, ma io spigo sui pedali con tutta la forza che ho.
Continuo a ripetermi: - Relax, don't do it, when you wont to go to it!!! - del Dj Bimba
Che poi mi chiedo, la melodia è gasante, ma la traduzione mi dice di rilassarmi e non farlo, quando voglio andarci, non devo farlo!!
Per fortuna non so l'inglese e mi pompo a bestia!!!
Mi cambio la posizione con il gregario un paio di volte, alla seconda andata lo tiro quasi sempre io, ma al secondo ritorno, non venendomi mai in aiuto con velocità sufficienti, me lo lascio dietro e proseguo solo.
Quando ormai mancano un paio di chilometri alla fine, mentre mi ciuccio un gel che da vera fighetta mi ero appeso alla cintola e mi ingollo qualche sorso di acqua, mi raggiunge un gruppetto di aerei tra cui Matteo, che si contende la testa sulla sua carboniosa cavalcatura.
Attimo di panico quando uno mi inchioda davanti, ma bisogno dire che quando sei concentrato i riflessi rispondono bene!!!!
Ciò nonostante l'ho mandato in mona lo stesso. Ma con eleganza, come mi insegna l'aguzzino!
Finisco la sessione di bici, mi infilo le scarpe e porto per la corsa.
Stranamente non sento le gambe legnose, anzi, mi avvio con fin troppa foga, ma una improvvisa pesantezza di stomaco mi preoccupa un po'.
Un ragazzo mi urla un incoraggiamento:- Vai, vai! Bravo!! - Non lo conosco ovviamente, ma quello che mi fa è un regalo grande, un premio che mi ripaga di tanti sforzi! un grido che mi riempie di consapevolezza sportiva!
Mi tengo inizialmente sui 4:50, poi calo a 4:40, e infine scendo a 4:30.
Non voglio risparmiarmi oggi, anche se il giorno dopo dovrò trascinarmi per casa su quattro zampe non impporta, devo dargli del gas!!
La pesantezza si affievolisce. Faccio fatica, ma sento che le gambe girano bene!
Rifiuto stoicamente l'acqua al ristoro e proseguo a buon passo.
Supero alcune persone e finalmente alzo gli occhi dalla strada e mi crogiolo per qualche momento nella bellezza poetica di quel paesaggio, fatto di canali e canneti e di cielo che senza soluzione di continuità si congiunge all'acqua in mille tonalità di azzurro, così simile in fondo alla poesia del mio Polesine.
Vedo Matteo davanti a me che, sempre superattrezzato per paura della cacarella fulminante si era infilato una maglietta sopra il body.
Corre svelto come sempre, ma non sono poi così disante...
No sono abbastanza distante!!! Se mi lancio in un inseguimento esco di soglia e mi imballo come il motore di un califfone ingolfato!
Va bene così, sciolto e consapevole!
Ecco là in fondo il traguardo.
Allungo il passo e finalmente, rapidamente, magicamente, passo sotto quell'ambita scritta e sono felice!!! Stanco, ma felice!

Cerco la stessa felicità negli occhi di Matteo, che ha già riconsegnato il chip, e di Daniele, che sopraggiunge di lì a poco, cosi come stringo la mano riconoscente a Leonardo, anch'egli intanto sopravvenuto.
Ci avviamo un po' spaesati verso i gazebi dell'organizzazione.
Io ho come due aghi infilati sotto le chiappe per lo sforzo e cammino come se mi avessero fatto una manipola lunga due giorni!

L'adrenalina è a mille e Daniele ed io, i novellini della situazione, non ci capacitiamo che sia già finita e l'obbiettivo raggiunto.
Ridiamo e ci scambiamo pacche sulle spalle!
Dopo, solo contentezza, curiosità per i tempi e i parziali, la frutta del buffet e l'incombenza di mettere via tutte le cose.
L'ambito pasta party e la premiazione si tenevano in un camping non esattamente vicino.
Quando alla sua entrata abbiamo visto enormi cartelli con su scritto "docce per atleti" abbiamo capito con incedibile intuito e tempestività a che caspita serviva il bellissimo braccialetto presente nel pacco gara e che avremmo potuto evitare di lavarci con fazzolettini umidificati seduti sul portellone dell'auto, ma ormai era fatta, avevamo addosso i nostri abiti civili su cui sfoggiavamo con orgoglio i segni della lotta, ovvero le righe del sale e del sudore sparse qua e là sulla faccia e sulle gambe e un inusitato olezzo da pesce marcio degno della migliore profumeria!
Così conciati, e per farci riconoscere del tutto, mentre gli altri aspettavano composti sui tavoli del self service l'apertura della pappatoria, grazie al gentilissimo e sempre organizzato Matteo, noi eravamo già a pane e salame e birra fresca a ricostituire le energie perdutte, con la soddisfazione stampata sul volto.

Oddio sul viso di Matteo in realtà c'era stampato anche qualcos'altro , ricordo di una piccola divergenza con un altro concorrente sul modo corretto di nuotare a stile, ma sono cose che succedono, se non ascolti il Tanke!
Per il resto, in generale, di meglio non si poteva chiedere.
Abbiamo atteso che Leonardo (e chi se no??) ritirasse l'ennesimo premio per essere giunto secondo di categoria,
ci siamo innamorati a tratti di alcuni culetti di marmo delle categorie femminili che salivano e scendevano del podio e alla fine siamo rientrati contenti e soddisfatti per l'intensa e indimenticabile giornata!!




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