martedì 24 novembre 2015

Tanto piove dalle 11 in poi: cronaca di un divertimento annunciato!

E' da un po' che sta cosa della mountain bike mi ha preso la testa!
Il Francesco che mi sobilla continuamente: - E quand'è che ti unisci a noi??... e dai che d'inverno c'è freddo per la bici da corsa! .. E dai vieni con noi che conosco un negozio che fa prezzi buoni e sono bravi! -
Poi Zampi che si prende la Cube, e il Tanke che non perde occasione per indicarmi i sentieri: - Vedi, si va giù di lì, bellissimo! Sono andato su di là, figata! -
Alla fine trovo da noleggiare una bici e il Tanke lancia la sfida! Sabato tutti su a Baone alle 9:15 per off road fino alla morte.
Dopo una notte insonne Boffi tira fuori un giro della madonna con il chiaro intento di infliggermi l'umiliazione definitiva.
Tutte le previsioni chiamano pioggia, ma la parola d'odine è: - Tanto non piove fino alle 11-
Così si aggregano velocemente il Litta, il Beba, il Boffino, Luca, Willson, il Pero e, last but not last, il Segantino in persona!
Il quale, all'inizio, aveva saggiamente optato per una più prosaica escursione sulle banche dell'Adige, ma nel tempo di tre messaggi di whatsApp si è allargato a banche più piscina per poi uscirsene con la genialata: un x-terra del sabato mattina! Così tutti lo hanno mandato a cagare e anche lui ha ceduto alla comunque ragguardevole ignoranza del giro sui Colli.
Segantino è un animale squisitamente autodistruttivo, ma in un modo diverso dal pazzo del Tanke! Infatti mentre Mirko ha tendini di adamantio e dunque sceglie una diciplina a cazzo e ci si ficca con entusiasmo e cocciutagine fino a che le forze non lo abbandonano, a costo di farsi raccattare esanime ai bordi della pista ciclabile, ma il giorno (e qualche birra) dopo è già lì che che tenta il suicidio in un'altra maniera, il Segantino ha una composizione fisica diversa, in cui la struttura scheletrica pur ridondante, è avvolta da alcuni fasci muscolari di estrazione equina, che da una parte gli permettono di sfoggiare la gamba di un Trait Bretone, dall'altra provocano saltuari scompensi che lo costringono a brevi ricoveri presso le stalle Equipe.
Naturalmente al contrario dei normali esseri umani ha la capacità di recupero di un X-Man, ma la memoria ram di un Commodor 64, perciò appena crede di star meglio, si abbandona al proprio entusiasmo, dice di uscire per una corsetta di recupero e rientra con 15 chilometri a 4:30, la schiena contratta e i dischi infravertebrali ridotti a tomini alla piastra.
Allora passa da Merlo per riprendere subito dopo a disintegrarsi da dove aveva lasciato.
Io invece sono il più coglione di tutti perchè cerco la morte per interposta persona. Non ho i muscoli del Segantino, non ho i tendini di Boffi, non ho il cuore di Aglio, ma accetto puntualmente con entusiasmo il loro personalissimo modo di avvicinarsi a dio, e devo dire che se anche non l'ho mai raggiunto, ogni volta finisco per scomodarlo numerose volte....!
A questo punto sarebbe dovuto un breve excursus sul resto del bestiario umano di cui mi circondo, ma chiudo con un cenno a Luca, anche detto Willson, il quale tuttavia è un essere illuminato e per questo non toccato dai problemi terreni di noialtri abbietti: uomo di poche parole, raccoglie le sfide del giorno con umiltà e sommessamente accompagna chiunque, ovunque, a qualsiasi passo, anche fosse Pantani, e quando inizia la salita ti smerda e se ne va. Non s'infortuna e se lo fa, si chiude in una grotta e risorge dopo tre giorni avvolto in un sudario. Se dopo tutto ciò non puzzasse anche come un caprone di motagna quale in fondo è, sarebbe davvero un atleta divino.
E' Luca, che per il timore di bidoni dell'ultimo momento, mi prende in consegna alle 8:30 direttamente da casa e mi consegna meglio di Dhl in piazza a Baone, bici compresa.
Mi è capitata in sorte una bellissima Scott biammortizzata di due taglie più grande che se avesse avuto il motore si sarebbe chiamata Leopard Tank.
Una volta che tutti siamo vestiti, inzainati, incascati, telecamerati, alle 9:30, ovvero un'ora e mezzo prima delle 11, inizia a piovere.
Non smetterà più!
Ma l'ignoranza è troppa, e si parte!
Tempo 100 metri e sbagliamo strada....
Vabbhè, l'entusiasmo...
Imbrocchiamo una stretta viuzza sterrata che passa in fianco alle vigne e sale... sale... sale...
Anche i miei battiti salgono, salgono... salgono... Mentre prendo confidenza con il cingolato e i suoi millemila rapporti, sono già a limitatore col ventricolo destro che batte in testa alla folle velocità di 8 km/h.
Appena la stradina passa da brecciolino a terra e sassi e aumenta leggermente la pendenza... fermo!
Il terreno è umido e non c'è pezza di riprendere la marcia.
Così, belli zuppi, ci spingiamo le fide bici a mano sl monte Cecilia.
Il Pero inizia a bofonchiare come una caffettiera: - Fioji, inquo no se va su! E se sbrissa! E in discesa ze pericoloso! - A suffragio di tutto ciò, al primo falsopiano si stende e quando arriva esibisce la zampa inzozzata di fangon come un avvocato sventola la propria prova schiacciante.
Litta prende la testa del gruppo e va via tranquillo e imperterrito, incurante della pioggia, dei suoi copertoni talmente lisci che la scolpitura l'avevano al negativo come una diapositiva, ma soprattutto di una massa corporea completamente inadatta a fendere l'aria: tra i bicipiti poderosi, il petto come il frontale di uno Scania e le gambe simili alle sequoie secolari di Yellostone, è come il calabrone, che per le leggi della fisica non potrebbe volare, ma vola lo stesso, per il semplice fatto che non lo sa......
Per me, come al solito, ogni dicesa è un richiamo irresistibile a stamparmi da qualche parte, ma per rispetto della bici a nolo, mi sono limitato a rodare timidamente i freni come il Sivende mi ha esplicitamente richiesto, essendo essi nuovi. Nonostante la mia timidezza, posso dire che in effetti i dischi con comandi pneumatici funzionavano sufficientemente ed erano atti a rallentare la bici.
In realtà Segantino non si fidava molto delle mie capacità e mi lasciava puntualmente davanti, ma io lo so che non era apprensione: semplicemente aspettava che ci piantassi il muso per sputtanarmi in diretta all'intero mondo.
Putroppo l'acqua era tanta e abbiamo preso una saggia decisione.
No. Non quella di tornare a casa, ovvio!
Via sul monte ricco!
Quello stesso Montericco con cui mi sono scontrato ed ho perso in bdc la scorsa estate!
Nel giro di 200 metri ero talmente fuorisoglia ed ho rallentato a tal punto che sono rimasto appeso al manubrio immobile in una smorfia di dolore come il Laocoonte di Michelangelo per due minuti buoni, prima di precipitare a terra perchè (ho scoperto) le scarpette da bici hanno un grip del cazzo!
Luca ovviamente quatto quatto ha preso la testa e senza curarsi dei nostri latrati e delle nostre vene varicose è sparito all'orizzonte con la grazia di una capra di montagna.
Io a 167 battiti al minuto ho raggiunto uno stato di trance che mi ha reso insensibile ad ogni interferenza. Esisteva solo il moto alternato dei pedali come unica regola di vita.
Se non fosse stato così, sarei probabilmente caduto nel tranello di Roccia il beffardo, che pur di non restare dietro due metri, mi ha chiesto di fermarmi un attimo come se fosse questione di vita o di morte. Se fossi stato lucido gli avrei pure dato retta, pensa il mona!
Grande delusione invece dalla famiglia Boffi!
Il  Tanke dopo lungo consulto col fratello è sbiellato per la paura (sacrosanta) di ammalarsi, ed ha osato lamentarsi che era tutto brombo, aveva anche le scarpe bagnate e i girini dentro e voleva tornarsene a casa.
Noi, che invece eravamo perfettamente asciutti (!) lo abbiamo allora guardato con disprezzo: l'ignoranza non ammette scuse e un uomo ignorante non viene scalfito dal raffreddore! Se il Tanke non aveva fede non ci meritava. Lo abbiamo tacciato di eresia e si è ritirato con disonore  al bivio  sopra Arquà.
Noi sì e continuato ad assiderarci in compagnia, perchè quella è la via verso il regno dei cieli!
Infatti una volta svalicato e imboccata una tranquilla discesa, abbiamo visto il Signore. E una pelle d'oca alta 5 centimetri!!!!
Un freddo che solo un altra impennata di ignoranza poteva cancellare.
Quindi, non paghi, giù per un altro sentiero  sterrato e in discesa , un lungo e divertente monotrack che neanche se l'avessi sognato sarebbe stato così bello.
Montagne russe dietro casa a costo zero!
Il sentiero girava su se stesso, si allargava in una veloce discesa per poi reimmergersi nella vegetazione e catapultarti in curve paraboliche e rampe in compressione!
E pozzaghere dentro cui correre come bimbi innocenti e discese da affrontare col culo dietro la sella!
Alcuni col culo stretto!
Quando siamo arrivati alle auto eravamo completamente zuppi, infangati, infreddoliti e altrettanto felici e spensierati.
E non lo faremo mai più!



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