giovedì 4 giugno 2015

Lovadina, 31 maggio 2015, sprint le Bandie

Visto che qualcuno mi sfancula assimilandomi al sommo poeta per la prolissità dei miei interventi (e facendo pure un po' di confusione col Boccaccio, ndr..) , ora si ciuccia un esercizio in terzine concatenate, ovviamente in endecasillabo, come dev'essere.

Lovadina in terzine

Con Anna a Lovadina andar bramavo,
ma di pioggia il tempo mi ha giocato
lei mi abbandona, Leonardo chiamavo

se spartir l'auto gli fosse garbato
Della moglie ha deposto la madia
il gran Daniele e me ha trasportato.

Dal parcheggio ha mandato tutti via
il buon Matteo che da ore aspettava
invocando santa vergine Maria

mentre noi con gran calma si eslporava
il percorso che avrem fatto con la bici
e scoprir che nessuno è Calatrava

due cavalcavia non fan sì felici!
da pisciare ci vien pel dispiacere
sulla siepe lì accanto ai nostri amici.

Infine a tutti mostrammo il sedere
mettemmo il body alla luce del sole
scene che non fanno certo piacere.

In zona cambio portammo la mole
di attrezzi che servonci per la gara
restammo solo con muta e parole

rimembrar con pena la fine amara
del buon Gheller che a terra è rovinato
steso da una di vista poco chiara.

Al fischio nello schiumar sono andato
con mulinar di braccia e gran manate
riemerso di fatica fulminato

evitai in zona cambio le cagate
scarpe ai piè, biga in mano son partito
le scie di quei boni tutte ciucciate

garanzia di un tempone inaudito,
pur se alla fine di quella mia prova
vidi i primi arrivar facenti dito

di lor sarò più forte nell'alcova
mi son detto per alzar la mia speme
e pelide mi avviai alla mia corsa nova

ma con affanno il petto mio mi preme
e temo d'interrompere l'impresa
poi Matteo non ti vedo che sovviene

a togliermi motivo di contesa
ben presto mi riprendo e tengo duro
chè gloria della maglia non va lesa

scavalco il mio dolore come un muro
e corro il lungolago a più non posso
con altri concorrenti mi misuro

infine ansimante e un po' commosso
il traguardo vo' talgiar con molto sforzo
dimmi ora, cinquecappa, son promosso?



Lovadina in Prosa

La giornata è iniziata con un abbandono: quello di mia moglie.
A forza di magnificare le bellezze del luogo e stimolare il suo senso muliebre con languidissimi  occhi da Pluto, l' avevo convinta a seguirmi, nella speranza di coinvolgerla un po' nella mia passione, e nel desiderio molto meno romantico di tornare a casa a mia volta con un servizio fotografico di spessore nuziale come tocca a molti altri soggetti triatletici.
Mi piacerebbe anche una foto come quella del Tanke con sua morosa dopo il Rimini Challenge,
ma inutile ci pensi, quando son sudato mia moglie non si avvicina proprio, manco mi parla, si limita a indicarmi la porta del cesso!
Fatto sta che le previsioni, contro ogni aspettativa, dicono male, e il mio 51% si ritira.
Veloce riassetto logistico e alle 8:30: chiamo Leonardo e chiedo:- Posso salire in auto con voi? -
Risposta:- ..... Ok, a dopo. -
Quel "...." mi ha un po' insospettito: Leonardo non aveva il Voyager e alla mia richiesta è dovuto andare a a prenderlo, solo che la moglie aveva fatto caricare un mobile nel baule, così per farmi posto se l'è dovuto scaricare da solo...
"Me so sentì in colpa par tutto el viajo!!
 In ogni modo il trio medusa Leonardo Daniele Tajo si è ricomposto.
Neanche il tempo di entrare in autostrada che comincia a piovere.
Daniele, inguaribile ottimista sfodera il suo sorriso a 50 pollici e dice:- Il sole ce lo portiamo noi a Lovadina! E poi vada qua! - indicando un post facebook sul cellulare -  Anche gli organizzatori sfoggiano un ottimismo degno del miglior Berlusconi e annunciano un sole bellissimo sul campo di gara!-
 Questo nel preciso istante in cui noi transitiamo da Mestre e dal nostro finestrino si vedono solo nubi grigie e poco rassicuranti a perdita d'occhio!
Non è che sia bieca propaganda onde evitare defezioni di massa?? Noooo..!!!
Arrivati alle Bandie, abbiamo trovato il mitico Matteo già spossato: ha lottato fino a quel momento per tenerci tre posti accanto al suo camper, mentre noi eravamo a zonzo a studiare il percorso in bici.... che begli amici!!!
Ci aveva anche ritirato i pettorali: che dire, commossi di fronte a tanta bontà, siamo scappati a fare pipì nella siepe per l'emozione!

Io mi sono recato nella hall dell'albergo per la cacatina di rito e mi sono letteralmente commosso una seconda volta perchè mentre stavo sospeso sulla tazza, sulla mia coscia è comparsa l'ombra di un muscolo che ho visto solo sulla gamba di ciclisti veri, tipo Matteo o suo padre per intenderci. "Vasto laterale" pare si chiami.
Oh...., un'ombra appena, ma l'ho guardato e con occhio lucido gli ho detto: - Benvenuto! Chissà che prima o poi riesca a pedalare in modo decente....! - 

Intanto il tempo pareva rischiararsi e via in Voyager a cambiarsi: lenti a contatto, body, gonfia bici, metti adesivi, lega pettorale, insomma come il Taz della Warner Bros volteggiavo intorno all'auto per sistemare tutto e infine via verso la zona cambio a sistemare tutto per bene.
Nella notte aveva piovuto talmente tanto che lungo le corsie c'erano dei veri e propri laghi. A uno è capitata proprio la posizione sopra uno di essi e mi sono smagonato per lui, poraccio.
La sua bici appesa sopra l'acqua faceva proprio tristezza! Pensa a cambiarsi le scarpe lì in mezzo!!!
Io per fortuna son capitato all'asciutto.
Sistemo tutto e ricontrollo: si resta sempre un po' perplessi e par sempre che manchi qualcosa.
Scherzo un po' con quelli lì vicino ma mi cagano poco, sono tutti concentratissimi.
L'evento è organizzato benissimo, nell'aria viene sparata musica carichissima a tutto volume, bella nitida, lo speaker è preciso e bene impostato, nulla di improvvisato.
Ovunque sventolano penacchi prmozionali a vela. Una figata insomma, pare di stare a uno di quei contest che si vedono in MTV con riferimeto al cross o a eventi 'mmericani.
C'è un camion lì vicino da usare come deposito borse e stavolta ne approfitto subito: mi infilo la muta, metto giù la sacca e vado a provare l'acqua!
Mi butto con tempismo perfetto, proprio mentre i giudici chiamano la fine delle prove. Faccio orecchie da mercante ma i bastardi mi vengono a prendere col barchino!!
Vabbhè, due bracciate le ho fatte!!
L'acqua, azzurra e opalina, con tutta la sospensione della ghiaia della cava in cui il lago è ricavato, è bella freddina. Hanno messo la muta facoltativa, ma a me non ne avanza niente!
Quindi tutti su per il briefing, ma non prima di gridare un bel HIP HIP, URRA' per l'amico Gheller, che con una dinamica ancora al vaglio degli inquirenti è stato atterrato in bici da un'auto rompendosi entrambi i gomiti, e quindi non era con noi quel giorno.
Ovviamenti, simpatici quali siamo non abbiamo battuto le mani, ma mimato tutti insieme la posizione nella quale è stato ingessato: povero, sembra nella posizione di chi si sta portando le mani all'inguine in un gesto scaramantico, ma se gli passa un gatto nero davanti non riuscirà più per venti giorni a toccarsi le palle!
Comunque ti abbiamo pensato Giova!!!
La batteria era bella numerosa e da quando mi sono buttato in acqua io, posizionandomi tra i primi verso il centro del lago, a quando è sceso l'ultimo, è passato un bel po' di tempo. Per fortuna la muta tiene su in modo egregio senza affaticare più di tanto e non fa sentire troppo il freddo!!!
- Forza fioji!! Dentro che è bagnata per tutti!!! - ho urlato strappando qualche sorriso.
Poi il fischio e via di buona lena per prendermi la posizione.
Per la prima volta ho vissuto davvero l'esperienza della tonnara...
La strategia di posizionarmi tra i primi ha pagato e non ho dovuto sprecarmi in sorpassi, ma per contro mi sono trovato in mezzo a molti colleghi che nuotavano al mio passo e quindi mi bastonavano i piedi o mi facevamo sponda nelle inevitabili piccole deviazioni.
Era competizione vera!

Avevo le braccia stranamente pesanti e mi pareva di non andare gran chè bene, inoltre alcuni più veloci sopraggiunti da dietro mi hanno superato erodendo un po' la mia autostima, ma non mi sono perso d'animo e ho continuato a mulinare senza mai perdere di vista le enormi boe gialle delle virate.
Alla fine sono uscito benino dall'acqua e mi sono precipitato in zona cambio dove qualche difficoltà con la muta e la necessità, comprovata con Manerba, di mettermi un paio di calze, non mi ha reso particolarmente brillante, ma mi sono lanciato in quella che resterà forse una delle migliori performance di ciclismo che potrò permettermi.
Con drammatico sconforto di tutti gli astanti, in spregio a qualsiasi norma di stile del triathlon, ho afferrato la mia bottecchia a due mani e, scarpe ai piedi, ho zampettato in mezzo al fango fino alla riga d'uscita.
Il Franzoso mi ha promesso una punizione corporale per la mia esasperante grettezza, ma io ero troppo impegnato a restare vivo per curarmi di portare la bici con una mano sola!
Manco il tempo di mettere il culo sulla sella che uno dietro mi ha cecchinato!
Ancora!!
Sarà stato lo stesso di Manerba!!! devo regalargli un paraocchi che lo costringa a guardare dritto altrimenti prima o poi mi accoppa!!
Mentre raggiungo il primo cavalcavia, mi passa un gruppetto che mi pare di quelli buoni: mi accodo.
Viaggiano tra i 38 e i 40.
Provo un po' e vedo che riesco a stargli in scia.
Bòn! Da quel momento Feltrin e Gaddo sono divenuti i miei migliori amici per i 35 minuti successivi!
Mi sono attaccato a loro come una buona cozza polesana si attacca alla sua resta.
I problemi venivano ad ogni cavalcavia, dove sti cazzoni non si sa come proseguivano alla medesima velocità, mentre io perdevo al contempo 50 metri di strada e 3 anni di vita! Poi in discesa spingevo al massimo per recuperare, aiutato forse dalla forza di gravità e dai 10 kg di ferro massiccio della mia Bottecchia!
Ad ogni giro di boa i poveri animali da tiro speravano di farmela ancora come a Cavallino, ma avevo studiato la lezione: giù diversi rapporti e via a mulinare fuori dalla svolta, senza staccarmi mai dalla scia, anzi a volte sopravanzando, per poi essere recuperato. Alla fine, con lunghi fuorisoglia per recuperare i metri perduti in salita, mi sono guadagnato una per me ottima performance!
Il solo momento di imbarazzo per le mie locomotive è avvenuto alla quinta salita, allorché Feltrinelli si è praticamente piantato.
Ho dovuto superarlo mio malgrado, ma la testa l' ho tenuta per poco: dopo mezzo minuto il boato di un rutto da Guinness ha squarciato l' aria , mi ha spettinato i capelli sotto il casco, e in un attimo ho visto il culo di Feltrin schizzarmi davanti e per poco davvero non lo perdevo! Diobo' si è stappato!!!!
L'ultimo chilometro di percorso bici costeggiava il lago ed era parallelo al circuito della frazione corsa.
Bhe! Ma mentre finisco la mia bici non vedo già degli atleti che corrono al mio fianco verso il traguardo!!!
Che smerdata!!! Non che io pensi minimamente di avvicinarmi a un Cigana, ma ci mancava solo che lui a piedi superasse me in bici e potevo appendere il body al chiodo!!!

Vabbeh, ripongo il velocipede e infilo le Nike. Litigo mezz'ora coi lacci elastici, e per fortuna che dovrebbero velocizzare, e cerco subito i 4:30 al chilometro.
Fa caldo, il sole ormai è pieno e alto e il percorso si snoda in sterrato, con leggerissimi saliscendi.
Butto subito lì un po' di training autogeno, mi ripetevo che ormai so il fatto mio, i 4:30 li reggo e anzi devo provare a spingere di più!
Non mi fa neppure male la sciatica, bisognava approfittarne!!
Invece nell'addome qualcosa non ha gradito e ben presto mi sono trovato a fare i conti con dolori sconosciuti e opprimenti che salivano dagli addominali bassi per poi irradiarsi verso il centro dello sterno, mentre un morso come di milza mi chiedeva di fermarmi.
Niente, non ho mollato, a momenti ho rallentato di qualche secondo il passo, ma non volevo cedere.
MI ripetevo che sarebbe passata.
Tuttavia queste sensazioni si sono acuite per tre volte e all'ultima ho veramente creduto di dover fare basta.
Inoltre, prima del giro di boa del bastone che abbiamo percorso prima di riprendere il periplo del lago, ho incrociato Matteo, il mio uomo da battere, che mi stava davanti a occhio di un buon minuto.
Lì la motivazione è un po' scemata.
Sapendo la sua bravura in bici e a corsa, speravo che al massimo mi avrebbe preso in corsa, al limite me la sarei giocata allo sprint finale, ma se lo avevo davanti, qualsiasi possibilità di prenderlo era inesistente...
L'esitazione è durata solo pochi metri.
Mi son detto che un triatleta non può abbattersi per questo, bisogna dare comunque il massimo!
Ho la testaccia dura, avevo fatto una buona gara fino a quel momento e non avrei certo mollato.
- Mollo solo quando stramazzo per terra! - mi sono detto.
Ho cercato in me respiri profondi e controllati, ho fatto un ceck del mio assetto, dell'appoggio, ho pensato solo che dovevo correre come meglio so fare.
Così, concentrato, ho ripreso vigore e fiducia e sono riuscito a superare diversi concorrenti nell'ultimo chilometro, arrivando al traguardo davvero finito!

L'aria non mi bastava più!
Ho guardato i commissari all'uscita dei cancelletti implorando con gli occhi una bombola di ossigeno, ho cercato tra la folla un Dr House, ma mi è arrivato solo mezzo litro d'acqua e l'ammonimento a togliermi il chip!
Quando ho ripreso fiato mi è tornato in mente quel motto letto in giro più volte: - No pain, no gain! -  e mi sono augurato che contenesse almeno un fondo di verità, perchè avevo tanto "peinato" stavolta!!!
Quando ho visto il tempo di 1:12:50, ogni sforzo è stato ripagato, mai mi sarei aspettato di scendere sotto l'1:15 nel corso di quest'anno!!!!
172esimo su 375 partenti, 39esimo di categoria.
Nuoto chiuso in 14:03, bici in 36:05 e corsa in 22:40, transizioni comprese.
Il sorriso ce l'ho ancora stampato in faccia!


Nel corso della giornata ho conosciuta anche tanti altri compagni di squadra tutti simpatici e diponibili, a riprova che qui ci sono persone un po' matte, ma belle!





Poi tanti mojiti preparati con gusto dal buon Matteo, che anche stavolta è riuscito a tenermi dietro con una sessione bici da paura, prosciutto e salame per reintegrare e finalmente una lunga, calda, gustosissima doccia prima di rimettermi in auto, nonostante i mugugni dei due compagni di viaggio, cativi per essersi persi il pasta party!
Così Leonardo e  Daniele me l'hanno fatta pagare sfanculandomi per tutto il rientro: - E la tua bici pesa come un cancello... ma è di ferro pieno... le manca solo il telecomando...., ma va che piede piccolo che c'hai.... manco mia figlia di 18 anni appena fatti... -
Insomma, mi hanno torturato fino a casa, ma anche questo è triathlon!

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