lunedì 7 dicembre 2015

Off Road e neve

Sono sincero... non ne avevo voglia..!
Non ne avevo voglia come non mi è mai capitato!
Mesi che non inforco la moto, fuori fa un freddo umido che è stomachevole e minaccia pure nebbia!
Chi me lo fa fare di vestirmi da Robocop e sciropparmi 240 chilometri in moto tra andata e ritorno per due o tre ore di fuoristrada!!!???!!!

Ma avevo promesso, e ogni promessa è debito..
La catena è ingrassata, la batteria carica, il manubrio l'ho rialzato e ho anche fatto un cupolino home made che non interferisca col suddetto manubrio!
La vestizione del mattino è sempre imbarazzante!
Prima l'intimo tecnico, che paio uno di quei manichini bianchi e neri che esponevano nelle farmacie quand'ero piccolo, pile sportivo, poi l'armatura per spalle e busto, pantaloni imbottiti con le protezioni del ginocchio... già così sono infagottato che un giocatore di football americano mi fa un baffo!
Resisto alla tentazione di tirarmi due righe nere sotto gli occhi e proseguo con gli stivaloni: infilare il primo è uno scherzo, ma col secondo è matematico che inizio a zampettare per tutta la cantina su un piede solo nel tenntativo di non schiantarmi al suolo.
Altro maglione imbottito e infine giacca tecnica!
A questo punto sono più largo che alto e passo a stento per la porta!
L'atto di infilare lo zaino è semplicemente penoso! Come una cimice che tenta disperatamente di rigirarsi dritta mentre sta di schiena!
Per fortuna non mi vede nessuno!
Arrivo davanti al garage e cerco affannosamente le chiavi in una delle millemila tasche del giubbotto tecnico. Sì, ce le ho messe un minuto prima, ma stavo pensando alla pressione delle gomme e se mi ero ricordato di attaccare il telepass al cupolino!!!
In viaggio!
Sulla rotatoria di Tre Martiri mi infilo con circospezione, che co sto freddo non si sa le gomme fin dove tengono...
Poi via in autostrada!
Oddio, prima due bei bestemmioni perchè a Rovigo sud non in moto non mi si alza mai la sbarra!!! Per me abbiamo i sensori del 1620 e se non passi almeno con un mezzo agricolo non si alza nulla!!!
In autostrada la temperatura corporea scende precipitosamente di un grado al minuto e in 10 minuti ho già le mani che gridano vendetta!
Dalle auto percepisco sguardi sbigottiti e nonostante in moto, lo ammetto, ci si sente sempre un po' fighi, in realtà lo so che non posso che apparire un mona totale!
Ad un certo punto uno mi supera e vedo che mi fa dei gesti incolsulti da dentro il suo caldo abitacolo... Che sarà mai??
Mi preoccupo di non star lì lì per perdere qualche pezzo, ma dal momento che il tipo non fa altro che quei gesti, mi limito a pensare che sitia gridando che sono un fenomeno (improbabile) o che stia litigando con sua morosa (garantito!)
La nebbia si infittisce e scopro la nuova grande passione degli italiani:
IL RETRONEBBIA!!
Sebbene ci sia una nebbia che per un polesano è del tutto risibile, con una visibilità di almeno 150 metri, ZAC!!, che tutti hanno il loro bel retronebbia acceso!!
Io dico che ci son persone che non attendono altro che un filo di foschia per fiondarsi fuori casa e sparafleshare il loro bel retronebbia negli occhi del primo sfigato.
Credo sinceramente che alcuni comprino l'auto in base alla potenza del retronebbia!!
Il retronebbia come nuovo archetipo di simbologia fallica!!!
Cazzo!!!
Ma se c'è così poca nebbia che vi posso contare i peli del culo mentre siete seduti sulla vostra comoda Audi!!!!
Che cazzo è che vi fa indirizzare il vostro ditino  mefistofelico verso quel tasto da sempre nascosto in ogni auto del mondo e appicciare sto raggio laser che non serve a un benemerito!!!! Se c'è un coglione che arriva su ai 300 all'ora, vi fa carambola con retronebbia o senza!!! Noialtri normali vi abbiamo già visto da tempo!!!
Non sapete dove sta la ruota di scorta, non sapete se e quando va fatta la manutenzione, se vi spostano il cursore sulla plafoniera interna andate in paranoia, ma boia d'un mond leadar! Nascete e pigiate il retronebbia ancor prima di ciucciare un po' di latte!!!
Per fortuna la transalp del 1993 non è dotata di lanciarazzi, altrimenti sarei un pluriomicida!

Arrivo al rendez vous di Campodarsego, ma i compagni non mi danno molto tempo per riprendermi e solo a Castelfranco la nebbia svanisce. Anzi, si affaccia un timido sole!
Ancora filari e filari di capannoni, veicoli, case e fialmente sfiliamo sul ponte che attraversa il Piave, prima di Valdobbiadene.
Che meraviglia di spettacolo!!
Tutti quei ciottoli bianchi inframmezzati da mille rigagnoli iridescenti e sullo sfondo il verde dei boschi e le cime delle prealpi, mentre sui pennoni lungol il ponte, dritti come soldati sull'attenti, sventolano le bandiere dell'italia!!
Inizia la salita che porta a Pianezze: mille curve si snodano sul versante ripido del monte.
Entriamo nelbar del Residence Miravalle tutti intirizziti e una brioche e un buon cappuccio ci ridonano la vita.
Via le imbottiture, su il collare e i guanti da enduro e via verso gli sterrati.
Le vacche sono nelle stalle per cui  troviamo i cancelli già aperti.
Facciamo un paio di foto di rito mentre siamo ancora tutti interi e proseguiamo scendendo sul versante opposto, sulla carrettera di sassi smossi.
Arriviamo nei pressi di uno dei primi tornanti in ombra ee.... sorpresa: pieno di neve e ghiaccio!
Ops...!
Allora, se già fare un tornante ghiacciato per alcuni può essere imbarazzante in auto, figuratevi a cavallo della mia bestiola di 230 kg su cui tocco solo con la punta dei piedi in piano!!!
Mi blocco come il peggiore dei muli ostinati!!!
Gli amici, più esperti e con mezzi più agili, mi vengono in soccorso: m'invitano a mettere le ruote fuori della carreggiata, sui sassi e la neve fresca, funziona.
Poi nel pezzettino finale putroppo faccio male i conti, freno un attimo prima che finisca il ghiaccio e PATATRACK!
Sono per terra!
Non è la prima volta, per cui non mi faccio sorprendere dal panico, ma mi rode aver già sbattuto!
Leva del freno andata, o meglio, danneggiata, per fortuna funzia ancora...
Riprendiamo il cammino, scendiamo in mezzo al bosco.
La moto sobbalza, scarta, ma, come dicono gli enduristi, dopo una caduta è tutto più facile!
Tengo il peso indietro, il gas puntato e il freno dietro pronto.
Mi diverto a sfrizionare sui piccoli massi o sui cordoli di scolo, per alleggerire un po' l'anteriore e superarli più agilmente!

Il clima pare di un'altra Italia!
Un soliciattolo esitante si fa strada tra le chiome ingiallite degli alberi e il sottobosco è un quadro dai colori caldi e dai segni geometrici tracciati dei tronchi degli alberi.
Quando ci fermiamo per riprendere fiato, è pura poesia.
A motori spenti, solo il fruscio delle foglie e qualche cinguettio sparuto.
Proviamo a imboccare una strada mai seguita, che dovrebbe portare a Posa Puner, che scende verso una piega della montagna, ma al termine di un lungo declivio, incontriamo un'altra curva innevata. I miei due colleghi provano a passare, ma la risalita al di là della curva è troppo smossa e Vale cade senza danni.
Si torna indietro.
Ci dirigiamo verso la conosciuta Malga Barbaria.
Inontriamo ancora un paio di punti innevati che superiamo con circospezione, ma prima di giungere a destinazione, un lungo tratto di neve battuta richiede di nuovo la nostra attenzione.
Questa volta è Mirko che mette male una ruota e va giù, anche lui per fortuna con modeste conseguenze.
Ritorniamo finalmente sulla strada asfaltata.
Tiro un sospirro di sollievo.
Non posso dire di non aver temuto di dover lasciare la mia moto in fondo ad un sentiero per l'impossibilità di affrontare una salita ghiacciata!!!
Non so se la rifarei, ma sono state tre ore di avventura, che lascia in bocca quel sapore metallico e nelle vene l'adrenalina che è vita.
E tutto quel che vedi ti pare più vero, più guadagnato.
A pochi chilometri dalla civiltà hai affrontato il tuo piccolo viaggio.
Di nuovo al bar, ci rifocilliamo tra risate e racconti e, non del tutto paghi, decidiamo di esplorare un altro sentiero che dovrebbe portarci a valle, ma la ricerca è infruttuosa e dopo pochi chilometri di strada bianca rinunciamo a trovare un sentiero percorribile dai nostri bestioni.
Facciamo dunque rientro verso casa.
Nella nebbia.
Il casello di Padova funziona.
Restano le mani gelate e, davvero, il cuore caldo per la bella giornata!






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